PADOVA OSPITALE fra passato e futuro
 

Nella storia della Casa di Accoglienza vi sono due associazioni che hanno un ruolo speciale, “Padova Ospitale” e l’Associazione “Amici di S. Camillo”. Per entrambe le Associazioni il rapporto con la Casa è stato non solo proficuo, ma foriero di una crescita che è andata al di là dei progetti iniziali: le Associazioni hanno contribuito a far nascere e crescere la Casa di Accoglienza, la Casa di Accoglienza ha contribuito a far crescere le Associazioni. È quindi doveroso in questo libretto del decennale dare spazio ad entrambe le Associazioni

 

Per il decennale dell’attività della Casa di Accoglienza S. Camillo mi è stato chiesto di scrivere su Padova Ospitale, indicandomi un titolo per certi aspetti un po’ impegnativo. È evidente che tale compito mi è stato affidato perché l’Associazione ha svolto un ruolo abbastanza rilevante nel campo del volontariato in questi ultimi anni; cercherò però di assolverlo puntando a spogliare il più possibile i meriti che essa può aver avuto, perché questi ultimi appartengono a tutta quella cultura che è espressione del grande fermento di solidarietà del territorio in cui viviamo, e non solo.

Siamo nel novembre del 1998 e l’emozione che aleggia nella cerimonia di inaugurazione della prima Casa di Accoglienza della città, per famigliari e parenti che vengono a Padova perché bisognosi delle strutture sanitarie cittadine, è palesemente percepibile. La sala è gremita di persone, dalle autorità ai volontari, dai parrocchiani ai curiosi, ma tutte le parole che verranno pronunciate non avranno alcun valore di fronte alla testimonianza incontestabile che la Casa di per sé rappresenta. Pochi hanno letto il saluto di una grande donna riportato in un piccolo quadretto appeso a una parete defilata e coloro che lo hanno letto forse non ne hanno capito bene il significato : « … ringrazio di cuore dell’invito a partecipare all’inaugurazione della Casa di Accoglienza S. Camillo, mentre lodo e ringrazio Dio per le meraviglie che compie nella nostra vita. Dovuto al mio stato di salute sono impossibilitata a venire, ma sarò “presente” in modo speciale attraverso le mie preghiere. Che Dio vi benedica e vi faccia santi». Madre Teresa di Calcutta 15.11.1996.

Prima dell’inaugurazione, nell’autunno del 1997, la Santa lasciò questa terra per andare nella Dimora del Padre.

Ma, come è cominciata questa “avventura” ?

Circa due anni prima un gruppo sparuto di volontari si era riunito in un ristorante attiguo alla chiesa di S. Camillo e si era ripromesso di voler realizzare quanto prima l’opera progettata. Così fu e non solo quello. Nel frattempo, infatti, mentre i fondi erano stati raccolti e la casa costruita, venivano alla luce tante altre esigenze e bisogni di gente in difficoltà, di conseguenza l’idea, subito concretizzatasi, di far nascere un’Associazione che non si fermasse solo alla realizzazione di questa prima opera. Fu fondata così PADOVA OSPITALE:  il nome ospitale fu scelto perché ricordava il nome degli ospedali di una volta e per sottolineare l’importanza dell’ospitalità, intesa non solo in senso materiale, ma anche come disponibilità, accoglienza affettiva e generosità d’animo sia sul territorio che in paesi lontani, come il tempo rivelerà.

In poco tempo tanti volontari, di diversa estrazione sociale e professionale, confluirono sotto la sua bandiera e in tutti questi anni ognuno di loro ha offerto quel che ha potuto in termini di tempo, lavoro, impegno e sacrificio in ognuna delle sue manifestazioni. L’Associazione è stata e continua ad essere un grande palcoscenico sul quale i volontari come delle comparse, perché nel volontariato non ci sono protagonisti, si sono avvicendati e si avvicendano con spirito di servizio e fratellanza. Tanti arrivano e altrettanti lasciano la scena, ma ognuno di loro ha avuto ed ha un ruolo impagabile per quanto è stato realizzato e si sta realizzando. È come se ognuno di loro rappresenti la tessera di un grande mosaico che si sa quando è iniziato e non quando finirà.

Negli anni si sono succeduti numerosi eventi rivolti a raccogliere fondi utili ai progetti da realizzare e alla sopravvivenza dell’Associazione stessa: lotterie di beneficenza, feste, concerti e quanto altro necessario a questi scopi. I fondi ricavati dalle iniziative non erano sufficienti certo a raggiungere gli obiettivi, sicuramente queste ultime servivano a sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà e a creare momenti di aggregazione non da sottovalutare, considerando l’epoca in cui viviamo fatta di individualismo e di egoismo esasperato.

Fra i tanti volontari grande importanza hanno avuto e hanno le signore che hanno consentito l’apertura e la gestione di due negozi della carità. In questi vengono raccolti beni di ogni genere usati e nuovi donati da benefattori che, una volta selezionati, sono sistemati e catalogati nel grande magazzino che serve da deposito, quindi venduti a prezzi molto contenuti. In questo modo da una parte si raccolgono fondi utili all’Associazione e dall’altra si dà la possibilità di acquistare a gente bisognosa beni di consumo che non potrebbero permettersi se non a prezzo di grandi sacrifici. A volte in questi negozi c’è merce talmente allettante che fra gli avventori si mescolano anche persone che proprio tanto bisognose non sono, con il vantaggio però che magari poi qualcuna di loro sente il bisogno di far parte del gruppo delle volontarie.

È davvero singolare vedere distinte signore dall’aria timida ed impacciata assumere un ruolo diverso dalle loro occupazioni quotidiane quando inforcano il volante dei mezzi in dotazione ai negozi per andare a recuperare la roba a loro necessaria. Quale grinta imprenditoriale sfoderano per ottenere da aziende e fabbriche quanto possibile e il loro impegno va oltre gli aspetti materiali, perché è rivolto anche a cercare di coinvolgere nuove volontarie e a mantenere alto lo spirito di collaborazione.

 

 

 

 

 

Oltre a questo gruppo, per circa dieci anni e recentemente, dopo una temporanea sospensione, un altro gruppo di signore è stato a dir poco encomiabile nell’organizzare la festa annuale di beneficenza, la cosiddetta Festa per un Sorriso, con puntate di partecipazione di oltre mille persone. Era e, sono convinto, tornerà ad essere un appuntamento per la città; la generosità dei commercianti nell’offrire il cibo e le bevande per la sua realizzazione come l’oggettistica necessaria per la pesca di beneficenza è sempre stata incredibile.

Come non essere grati inoltre al gruppo degli ex-infermieri dell’ospedale che puntualmente una o due volte al mese mette su in vari punti della città i cosiddetti “banchetti” per vendere: dalle piante ai panettoni, dagli ombrelli alle uova di cioccolata a seconda della stagione. La loro dedizione era ed è talmente inimmaginabile che, se non fosse arrivato in loro aiuto un magazzino dove depositare il materiale, hanno rischiato il linciaggio delle proprie mogli quando, dopo aver riempito i propri garages, hanno tentato di occupare anche le loro camere da letto.

In tutta questa gara di offerta gratuita non è mancato il sostegno di tante istituzioni pubbliche e private. In questo momento citarle sarebbe come un po’ sminuire la loro generosità, ma senza di loro le grandi opere per le quali sono stati necessari anche milioni di euro non sarebbero state possibili. A questo va aggiunto che non sempre le singole istituzioni hanno potuto rispondere pienamente alle richieste dell’Associazione, perché dovendo far fronte alle esigenze delle numerose  Associazioni  che  operano  nel  territorio, giustamente esse hanno cercato e cercano di soddisfare i bisogni di un po’ di tutte. In questo modo consentono comunque che un progetto benefico si realizzi, a prescindere da dove provenga la richiesta, e tale modo di agire si armonizza perfettamente con il principio che un’iniziativa valida di solidarietà debba andare in porto al di là della sua paternità.

Come dimenticare i tanti benefattori, piccoli e grandi, che ci hanno aiutato e ci continuano ad aiutare. Spesso sono giunte donazioni anche di soli pochi euro attraverso dei conti correnti postali e come le altre sono state delle iniezioni di fiducia nell’incoraggiarci ad andare avanti sempre e comunque. Molte arrivano dalla nostra città, altre da diverse città del Veneto, non poche da regioni vicine e lontane, lasciandoci sempre nel dubbio su quale sia la motivazione che li spinge ad aiutare un’Associazione che opera in una realtà cittadina diversa dalla loro.

L’attività svolta finora ha permesso di raggiungere numerosi e importanti risultati, dalle Case di Accoglienza a livello locale, che sono diventate sempre più numerose, alle iniziative socio-sanitarie nei paesi in via di sviluppo: dall’Asia all’America Latina passando per l’Africa.

Il lavoro è talmente cresciuto che non era praticamente pensabile accentrare tutto in una sola Associazione ed è per questo che da Padova Ospitale sono nate altre sei Associazioni. Alla fine l’ultima nata è una Fondazione ed è in essa che Padova Ospitale, insieme a Padova Ospitale Senza Confini, ha riposto il proprio futuro. Si chiama Help for Life, il significato del suo nome è facilmente comprensibile, le sue finalità ricalcano quelle delle Associazioni madri, le sue ambizioni vanno al di là dei ponti della città e ci auguriamo che nel tempo raggiunga i suoi obiettivi. Il suo logo è costituito da una chiocciola per raffigurare l’accoglienza, un cuore per confermare la generosità, una lumaca per non dimenticare che, lentamente e umilmente, si può arrivare anche lontano.

A questo punto ci fermiamo nel parlare di questa Associazione, che, come tante altre sul territorio ha cercato di fare del suo meglio. Abbiamo parlato di passato e abbiamo accennato al futuro, anche se, come sempre, le parole sono a volte un timido tentativo di lanciare a chi ci circonda dei messaggi senza magari riuscirci, quando invece le opere e i fatti rappresentano le uniche testimonianze inoppugnabili e indelebili.

E poi alla fin fine, cosa sono il passato, il presente, il futuro?

Una sequenza di momenti che si svuota del suo significato quando in essa si percepiscono sentimenti e valori che travalicano il tempo, permettendo a chi li vive di appartenere al genere umano nella sua più nobile aspirazione: l’immortalità.

Come si può parlare infine di futuro quando si è consapevoli che esso non potrà mai appartenerci del tutto e che forse noi potremo appartenere a lui nella misura in cui ci sarà concessa? In ogni caso esso è la distanza che il nostro sguardo, proteso in avanti, percorre con l’aiuto dell’immaginazione, inconsapevole che quello che vede forse sarà vissuto da altri.

Infatti non ha importanza se quello che si verificherà sarà vissuto da noi stessi o da altri, l’importante è che l’opera iniziata non si interrompa mai.

Ed in questo magico meccanismo di nobile fattura si realizza e si materializza quella Sublime Volontà che solo attraverso la fede e la fiducia si può percepire.

 

Il progetto originale dell’ing. Sidoti: prospetto della casa, lato nord

Il progetto originale dell’ing. Sidoti: prospetto della casa, lato nord

 

 

Il progetto originale dell’ing. Sidoti: pianta del primo piano, con gli spazi comuni
 

 

 

Tutte le stanze della casa sono dotate di
servizi privati, semplici ma completi
 

 

 

Associazione Padova Ospitale (*)

 

le associazioni che fanno capo alla Fondazoione Padova Ospitale

(*) In occasione del suo decennale l’Associazione Padova Ospitale ha ricevuto una Medaglia d’Argento dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

 

 

fra passato …

progetti territoriali   

progetti internazionali

La “Casa di Accoglienza S. Camillo”  (Padova)

La Casa di Accoglienza Internazionale “San Domenico Savio” (Rovolon)

La Casa di Accoglienza “S. Rita da Cascia” (Padova)  

La Casa “Padre Daniele Hekic” (Saccolongo)

                                                                                                  

Missioni sanitarie umanitarie: Colombia, India, Uganda, Brasile, Kenia, Sierra Leone

Casa di Accoglienza per ragazzi di strada (India).

Unità sanitaria mobile (India). 

49 barche ai pescatori colpiti dallo tsunami 2004

Adozione pazienti tubercolotici (India)

Impianto per la produzione di colliri (Africa)

Centro Socio-Medicale per la produzione di arti artificiali, protesi dentarie, occhiali (Argentina)

 

… e futuro

progetti nazionali

progetti internazionali

La Casa di Accoglienza per Ragazze Madri  (Saccolongo)

La Casa di Accoglienza per pazienti  oncologici e i loro famigliari (Padova)

La Casa di Accoglienza per bambini  oncologici “S. Camillo” (Padova)

Missioni sanitarie di Chirurgia Plastica (Gibuti)

Recupero psicologico degli ex bambini soldato (Sierra Leone)

Microcredito (Africa)

Scuola di cucina per ragazzi delle favelas (Brasile)

 

 

 

Angelo Chiarelli

Presidente dell’Associazione Padova Ospitale

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