IL SALUTO DEL PARROCO

Come per le persone e per le famiglie ci sono degli anniversari significativi, così è anche per una comunità parrocchiale. Il 18 novembre prossimo ricorrerà il decennale della Casa di Accoglienza dedicata a San Camillo. Queste pagine sono un doveroso resoconto di questa bella realtà caritativa, che fa ormai parte della vita della nostra Parrocchia, che si distingue, in quanto guidata da religiosi camilliani, per l'attenzione costante al mondo della salute.

La Casa è stata pensata e voluta, per coloro che non lo sapessero ancora, con l’obiettivo principale di accogliere parenti di malati che affluivano e continuano a farlo negli ospedali della nostra città di Padova da ogni parte d’Italia (soprattutto dal sud) nel tentativo di umanizzare anche questo aspetto per niente trascurabile della malattia. Infatti l’idea di fondo che ha ispirato la struttura è questa: la carità non è quella che noi progettiamo, ma deve essere risposta a un bisogno concreto, come quello di dare ospitalità a parenti di malati o malati in regime di day-hospital, che non hanno la possibilità di altre sistemazioni perché economicamente più costose.

Questa Casa è stata costruita, dieci anni fa, con il contributo economico specialmente dei parrocchiani di San Camillo (alcune persone hanno offerto anche la propria professionalità, come l’ing. Ignazio Sidoti) e poi con quello di Associazioni, prima fra tutte “Padova Ospitale”, di Enti, in particolare la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha elargito metà dell’intero importo necessario per realizzare l’opera. Cinque anni fa si è aggiunta una seconda struttura, grazie alla ristrutturazione, a carico della Parrocchia, della Casa che un tempo era l’abitazione del custode della scuola elementare San Camillo, data in concessione dal Comune di Padova.

Fin dall’inizio la gestione è stata completamente a carico dei volontari che svolgono tutti i compiti necessari; ecco perché il merito e il riconoscimento di questa bella testimonianza caritativa va a loro, e in particolare a Bruno Mazzo, Maria Vittoria Pianta, Mario Betetto, che hanno avuto per dieci anni il ruolo di dirigere e di coordinare l’intera attività della Casa, e con loro a tutti gli altri (una ventina circa, soprattutto donne) che hanno dimostrato sia spirito di servizio che una costante generosità, tutte persone ricche di grande umanità e molto motivate.

Guardando a questa magnifica realtà e a queste persone che hanno lavorato (365 giorni all’anno!) con tanto cuore, il sentimento più forte che sento dentro di me è la gratitudine. Gratitudine perché il Signore, anche attraverso quest’opera, animata da un autentico spirito di carità, ha permesso a più di 8000 persone (delle quali oltre 2000 malate) di sentirsi a casa loro e di poter affrontare un periodo difficile della loro vita sicure di poter contare sulla solidarietà, la compassione e la condivisione di altre persone.

Questo ha infuso e infonde in loro una maggiore serenità, che aiuta a portare fardelli enormi e anche a convivere con la sofferenza.

C’è una parte silenziosa dell’umanità, bellissima proprio perché non cerca riflettori, ma distribuisce grandi esempi e piccole isole di sorriso, dove è più facile vivere. Forse questo è l'elogio migliore fatto alla nostra Casa di Accoglienza: sono parole firmate da Gaetano Bracco, uno dei tanti ospiti passati per la Casa "S. Camillo".

Alla soddisfazione di aver raggiunto gli obiettivi che ci siamo proposti deve accompagnarsi però l’impegno e la responsabilità di garantire, per il futuro, una continuità, forse anche realizzando altre strutture, ma soprattutto con la presenza indispensabile di altri volontari, che siano sempre, come gli attuali, caratterizzati da una forte motivazione e da un vero spirito di servizio. L’accoglienza sia il segno distintivo di tutti, concretamente praticata verso i tanti ospiti, ma anche con l’attenzione alle nuove esigenze e bisogni, con la volontà di collaborare e di interagire con gli altri volontari e con le istituzioni civili, con le associazioni e con altre strutture simili alla nostra. Continueremo così a testimoniare che "un altro mondo è possibile", come scrive Francesco Jori nell'articolo conclusivo di questo libretto, che parla di "accoglienza" nella società civile, oggi.

Affido nuovamente con tanta fiducia questa Casa di Accoglienza a Maria Salute  degli Infermi  e a San Camillo, a cui è dedicata, perché sostengano quest’opera che, come diceva il nostro Patrono, è più opera del Signore che nostra.

 Padre Roberto Nava, parroco

 

 


Manifesto del 1998 che elenca i tanti che hanno contribuito alla realizzazione della Casa di Accoglienza

 

 

All’ingresso della Casa di Accoglienza una targa ricorda i tanti che hanno contribuito a farla nascere

All’ingresso della Casa di Accoglienza una targa ricorda i tanti che hanno contribuito a farla nascere

 

 

“S. Camillo de Lellis” Patrono dei Malati e degli Operatori Sanitari

“S. Camillo de Lellis” Patrono dei Malati e degli Operatori Sanitari

Mosaico di Elena Mazzari (1984) Chiesa Parrocchiale “S. Camillo” -  Padova

 

 

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