TESTIMONIANZE DEGLI OSPITI

1998 – 2008.

1998: nasce  la “Casa d’Accoglienza San Camillo” e comincia il suo percorso

2008: si festeggia il suo decimo compleanno. In questo stesso anno, però, ha inizio anche il mio percorso ed esso, per caso o, come preferisco pensare, per volontà di Dio, si interseca con quello della Casa.

In quel trattino che separa le due date ci sono dieci anni. In quel trattino sono fotografati, come in un album, strani amici: dolore e condivisione, paura e speranza, lacrime e sorrisi, rassegnazione e voglia di lottare.

Da novello ospite della Casa non posso parlare di quanto essa ha significato per quanti vi hanno trovato accoglienza nei trascorsi 10 anni, ma posso e voglio, cogliendo al volo l’occasione del decennale, dire ciò che la Casa “San Camillo” ha significato e significa per me e la mia famiglia, oggi, nel presente. Venire qui a Padova infatti rappresenta per me la speranza della guarigione, la speranza della salute del corpo. L’incontro con questa Casa, con i suoi ospiti, con i volontari, mi sta aiutando a mantenere una altrettanto preziosa salute: quella dell’anima. Se dovessi trovare una parola in grado di fotografare perfettamente l’immagine della “San Camillo” non potrebbe che essere la parola famiglia. Difficile descriverla in altri termini! Difficile tracciarne diversamente un ritratto fedele, senza correre il rischio di tralasciare qualche particolare significativo!

FAMIGLIA: qualcosa di profondamente diverso da concetti freddi come residence – alberghi – complessi – appartamenti.

Accoglienza e Calore: i suoi tratti identificativi, la sua carta d’identità. L’idea di lasciare la mia casa e le mie cose per andare in una città completamente estranea mi ha inizialmente terrorizzato. Dove andare? Cosa cercare? Pensavo che l’unica cosa importante fosse avere al mio fianco la mia famiglia, stare a casa mia, ma, come fare quando la speranza della guarigione si trova a 1000 km di distanza da casa? E così, nella paura, io e mia moglie con le adorate figlie siamo arrivati nella Casa di Accoglienza S. Camillo circa 20 giorni fa: paura degli ostacoli che dobbiamo superare per vincere la mia malattia, paura della lontananza, paura degli altri, dell’incomprensione o dell’indifferenza. Più di tutto io temevo me stesso, la solitudine, la rassegnazione. E, invece, con inaspettato stupore ho trovato qui ciò che pensavo di aver lasciato laggiù, a Lecce.

Ho trovato il sorriso e le braccia che scaldano chi si vuole bene, la compassione nel senso più vero del “patire insieme”, l’incoraggiamento reciproco, la disponibilità sollecita e generosa. Ho trovato una casa, ho trovato una famiglia! Impossibile alle sole forze umane ciò che i volontari, con l’aiuto del Signore, sono riusciti a realizzare. Grazie a loro l’incontro con l’altro, con il suo dolore, si trasforma in fiducia ed in una contagiosa voglia di lottare. Incredibile agli occhi di chi non ha vissuto la stessa esperienza, come la sera ci si ritrovi, dopo una giornata dura, con ancora addosso la forza di ascoltarsi, incoraggiarsi, darsi una pacca sulla spalla, strapparsi una risata. Si arriva qui soli, arrabbiati, spaventati … si trova comunione, serenità, fiducia.

Dovevo, ma quanto mai sentito, il mio grazie agli ospiti della Casa, alla cui vitalità devo lo slancio e l’entusiasmo di riuscire a mettere in gioco tutto per vincere la mia battaglia,  ai volontari che la animano e danno una occasione alla speranza, prendendosi cura di tutti con generosità. Grande è la loro testimonianza di fede, tradotta in vita quotidiana. Prezioso sopra ogni altro regalo quello che essi fanno a chi, come me, ne ha bisogno: il regalo del loro tempo.

Un nome per tutti: la Signora Maria Vittoria, la sua voce al telefono, la prima ad accoglierci; il suo rigore e al tempo stesso la sua comprensione, la prima a farci sentire al sicuro in un posto sconosciuto.  E con lei, grazie per l’operosità tenera e appassionata di quanti collaborano nella Casa affinché non ci sentiamo soli e credono fermamente che, insieme e confidando nel Signore, nulla è impossibile. È’ questo il primo e vero miracolo!

 

Alfredo

Abbiamo trascorso nella Casa d’Accoglienza S. Camillo quattro mesi aspettando l’arrivo del nostro bimbo e ci siamo trovati in un ambiente accogliente, attorniati da volontari dotati di grande umanità che ci hanno sostenuto ed aiutato nelle necessità quotidiane.

La Casa per noi è stata una seconda famiglia e quando guardiamo Andrea ci tornano in mente tutte le persone che ci sono state vicine, Maria Vittoria, Bruno, P. Roberto e tutti i volontari.

Anche per questo abbiamo battezzato Andrea nella Parrocchia di San Camillo.

È bello sapere che esistono persone come voi. Grazie

 

Stefania, Riccardo e Andrea


Tra gli ospiti della Casa di Accoglienza ci sono anche i bambini, che possono così essere vicini a un genitore malato. Spesso sono ospitati nella Casa di Accoglienza 2

 

La lavanderia è un locale piccolo, ma essenziale per la Casa di Accoglienza. Lenzuola, asciugamani, tovaglie, strofinacci sono forniti a tutti gli ospiti. È inoltre possibile per gli ospiti lavare e stirare i propri indumenti

Spazi comuni della Casa di Accoglienza 2   -   la cucina

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