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Un altro Natale! E va bene, continuiamo pure e andiamo avanti. Avanti con le solite zampognate (anche se, comunque, sempre meno commoventi); avanti con le omelie da secoli, e con la solita gente da messa di mezzanotte; avanti con i soliti pacchi-dono per i poveri. Avanti con i soliti discorsi e messaggi alla nazione, ai popoli, al globo terraqueo. Così inizia padre Davide Turoldo il capitolo di un suo libro intitolato "Per un Natale nuovo", e la sua ruvida e sarcastica esclamazione intende scuoterci dall'abituale attesa di una data ricca di sentimentalismi, per ricordarci che dovremmo viverla invece come occasione di impegno e di conversione. Nel tempo natalizio i messaggi della Parola di Dio vanno oltre le nostre logiche e attese: "Il popolo che camminava tra le tenebre vide una grande luce; come sono belli sui monti i piedi del messaggero di pace ! Siate lieti, il Signore è vicino". Nelle celebrazioni ascolteremo ancora una volta i vangeli di Luca e Matteo che narrano la nascita di Gesù e gli eventi che l'hanno preceduta ed accompagnata; è una dolce e drammatica storia familiare, ma è soprattutto annuncio del mistero fondamentale del cristianesimo, l'Incarnazione: Dio ha tanto amato gli uomini, da donare loro Gesù, Dio è entrato nella tenda della carne fragile dell'uomo. Le liturgie natalizie non sono un semplice ricordo di avvenimenti accaduti duemila anni or sono, ma ci riguardano tuttora. Celebrarli vuol dire farli rivivere, non tanto nel ricordo quanto nella realtà. Perché Dio è sempre pronto a produrre l'essenziale, la grazia di quell'avvenimento, nei credenti che con fede sincera lo celebrano |
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