REGALO DI NATALE, CIOÈ DONO

La televisione quasi ogni giorno fa i conti in tasca alla gente: quanto si spenderà in regali? Quali sono i regali che vanno per la maggiore quest’anno? Quelli utili, certo (ci sono pochi soldi in giro), ma i commercianti si augurano di vendere soprattutto articoli di lusso. E, di certo, non si rinuncerà agli articoli tecnologici e in particolare ai giocattoli (a Natale i bambini sono in prima fila).

E poi per la tavola non ci saranno risparmi: tonnellate di panettoni, miriadi di dolci vari, ettolitri di spumante, infiniti piatti sia tradizionali che nuovi. Gli chef nei ristoranti affilano idee e coltelli; nelle famiglie si predispone l’elenco delle persone a cui non si può non regalare qualcosa. Un misto di sincerità, di vanità e di consumo, ma anche desiderio di rapporti veri, di famiglia, tentazioni di spreco, ma anche voglia di una certa condivisione, voglia di gioia vera, ma anche … finta.

È Natale anche in questa società complessa, che vive al di sopra delle proprie possibilità e che caparbiamente continua a credere che la propria felicità consista nell’abbondanza. Senza rumore, ma con insistenza e persistenza, il messaggio di Natale è sempre nuovo e sempre lo stesso e ci sarà sempre qualcuno che racconterà ai bambini e ai grandi che Natale significa dono d’amore di Dio all’umanità in Gesù, il bambinello nato da Maria, nella povertà della grotta di Betlemme. È il dono per eccellenza, il regalo, cioè il dono del Re, regalità d'amore ai suoi figli.

Da quella grotta spoglia si irradia per tutti noi il senso della nostra vita, della nostra avventura, il senso dei nostri atti, dei nostri rapporti: essere amore, compassione, bontà nell’atto di regalare cose. Essere dono non regalando cose, ma se stessi nella semplicità, nella gioia, con un sorriso, un invito, una parola, un momento insieme.

Doni che non costano denaro, ma lo sforzo (e per questo più preziosi) di uscire dall’io per andare verso l’altro, così come il Verbo spogliò sé stesso per diventare uomo e venire ad abitare in mezzo a noi. Dio in Gesù si è chinato su di noi: va’ e fa’ anche tu così (Lc. 10, 37). È il tema pastorale di quest'anno per la nostra Chiesa di Padova: così vogliamo e dobbiamo essere i protagonisti di un'azione evangelica del farsi prossimo, per la quale, assieme a Gesù, assumiamo come punto di riferimento ogni debolezza, ogni fragilità, ogni povertà. E il Natale è questa verifica della nostra verità cristiana, se davvero ci facciamo prossimo.

 

 

La famiglia è l’ambito della massima prossimità tra le persone, delle relazioni più intense e coinvolgenti che, attraverso le vicende di una prolungata storia comune, costruiscono forti legami di appartenenza. In essa si sperimenta l’essere amati e si impara ad amare e a rendersi amabili; si trova sicurezza affettiva e si acquista fiducia; si armonizza l’affettività con la ragione e con la responsabilità. La nascita del Figlio di Dio in seno a una famiglia ci provoca a lavorare per una cultura della persona, della reciprocità, della famiglia, dell’amore autentico, della creatività, della speranza.

Le comunità cristiane sono particolarmente sensibili e attente alla complessa realtà familiare odierna. Da essa, infatti, molto dipende il futuro della Chiesa e della stessa società (CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, n. 52). Per i cristiani la famiglia è bene comune, poiché essa non solo è il soggetto centrale della vita ecclesiale e grembo vitale di educazione alla fede, ma è anche cellula fondante e ineguagliabile della vita sociale (CEI, Rigenerati per una speranza viva, 1 Pt 1,3): testimoni del grande “sì” di Dio all’uomo (Nota pastorale dopo il IV Convegno ecclesiale nazionale). Negli Orientamenti pastorali decennali della Chiesa italiana è detto che la solidarietà tra le famiglie è una prospettiva di sviluppo della società e della Chiesa su cui contare. Per cui occorre ascoltare, accompagnare e sostenere le famiglie (CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, n. 52).

La nostra comunità cristiana di San Camillo si sente chiamata allora a ripensare al suo impegno per e con le famiglie, intensificando i rapporti con loro, ponendosi come ambiente di accoglienza e di relazioni cordiali, offrendo occasioni di incontro, proponendo itinerari di preparazione al matrimonio, sostenendo il compito educativo dei genitori, favorendo reti di amicizia e di collaborazione, sostenendo e accompagnando la famiglia nella sofferenza e nella malattia.

Il Natale del Signore rechi luce, speranza, amore e pace alla società, alla sua Chiesa, alla nostra comunità parrocchiale, alle nostre famiglie, specialmente ai bambini che sono i più vicini a Dio fatto bambino. Sta a noi cristiani cooperare a generare, estendere e rendere visibile il suo amore e la sua presenza nella Chiesa e nel mondo.

La Beata Teresa di Calcutta ricorda a ognuno di noi: È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te. È questo il Natale che auguro a ciascuno di voi, carissimi parrocchiani, e a ogni persona di buona volontà.

Padre Roberto

e i sacerdoti collaboratori

 

Il presepe nella nostra chiesa (Natale 2007).
La Natività
 

 

 

 

 

 

Il presepe nella nostra chiesa (Natale 2007). Da un lato la povertà e dall’altro la ricchezza ...

Il presepe nella nostra chiesa (Natale 2007). Da un lato la povertà e dall’altro la ricchezza ...

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2008 - anno 3 numero 4