Il patrimonio dei ricordi

DINO MARITAN

La parrocchia di San Camillo, da alcuni anni, rivolge una particolare attenzione al notiziario che fa arrivare quattro volte l’anno alle famiglie: da semplice bollettino di informazioni spicciole, base di supporto o completamento degli auguri natalizi e pasquali dei sacerdoti ai parrocchiani, è diventato, un po’ alla volta ”Vita nostra”: gli auguri e gli avvisi rimangono, ma il notiziario ha cominciato a recepire e a farsi portavoce di notizie relative alla Casa di Accoglienza (il cuore caritativo della nostra parrocchia camilliana), delle attività ricreative e catechistiche, della situazione economica della parrocchia… e, ultimamente, fa memoria anche di qualche parrocchiano che ci ha lasciato, dopo aver percorso un tratto di strada  più o meno lungo con noi, lavorando e operando perché la “Vita nostra”, la vita della parrocchia, si svolgesse regolarmente e potesse avere un supplemento d’anima.

Ritengo fondamentale attingere al “patrimonio dei ricordi” per far menzione di persone che nella nostra parrocchia, con l’aiuto del Signore, hanno lasciato un ricordo bello che ci stimola a impegnarci personalmente a dare una mano perché la nostra parrocchia, la  nostra “famiglia allargata” possa camminare serenamente. È commovente leggere il ricordo di persone che un giorno abbiamo salutato perché chiamate da Dio ad abbellire la sua casa: fanno vedere che in parrocchia c’è spazio e possibilità di operare per tutti; non c’è possibilità di carriera ma ognuno può trovare lo spazio per mettersi a servizio degli altri.

Dal patrimonio comune a tutti noi vorrei ricordare l’amico Dino Maritan.

L’abbiamo salutato il 27 aprile 2005, quattro anni or sono, e se ne parla spesso fra noi che partecipiamo al Movimento Età Libera: ricordo, però, che oggi 25 aprile – mentre scrivo queste note - è il giorno anniversario della sua morte.

Desidero ricordare Dino negli ultimi 20 anni della sua vita. Ci siamo conosciuti al Movimento Età Libera o MEL, come viene chiamato il Movimento degli anziani che il giovedì di ogni settimana si trovano in Patronato per un pomeriggio di fraternità, di condivisione, di dialogo reciproco, e per giocare a carte o a tombola…

Dino ha apportato al Movimento la ricchezza della sua personalità e delle sue iniziative: idee per la programmazione di video formativi, per qualche conferenza sulla salute degli anziani o di formazione, per le uscite periodiche in città o per qualche pellegrinaggio, per qualche pranzo o cena … alla faccia del colesterolo o del diabete. Iniziative apprezzate dagli anziani di cui condivideva problemi e preoccupazioni, cercando di mettere a disposizione di tutti la sua esperienza passata e le sue conoscenze.

 

 

Ricordo, a questo proposito, la sua disponibilità nell’aiutare i componenti del MEL al momento della “dichiarazione dei redditi”: era il periodo “ clou” della disponibilità di Dino verso gli altri. Dava i consigli giusti e appropriati e, se c’era qualche caso dubbio, se lo portava a casa e ricorreva alla consulenza della figlia Roberta per farselo chiarire.

Dino nel gruppo degli anziani era diventato un punto di riferimento, ricercato perché capace di affrontare i problemi quotidiani, di dare le informazioni più svariate e di parlare un po’ di tutto, con una conoscenza non superficiale, .

In questi anni ho conosciuto un Dino affettuoso e pieno di attenzioni verso la moglie Vanna, la figlia Roberta, il genero Enrico e il nipote Matteo; quest’ultimo riusciva a rallegrare tutta la sua vita: se lo guardava, se lo “coccolava” con gli occhi e con il cuore e sognava per lui un avvenire radioso.

Dino non ha limitato la sua attività solo al MEL: ha dato una mano preziosa anche in Parrocchia e, con l’aiuto di amici esperti in informatica, ha fatto installare il computer in parrocchia, ha convinto P. Roberto ad abbandonare le registrazioni e la compilazione manuale dei documenti cartacei e a gestire anche con il computer la vita della parrocchia; con gli anni è riuscito anche a convincere P. Roberto a far conoscenza e pratica del computer.

Dino ha dato la sua mano anche all’Associazione “Amici di S. Camillo” che aveva cominciato a gestire due case di accoglienza,  quando l’Associazione si è trasformata in Onlus: è stato contabile degli Amici di San Camillo negli anni 2003 e 2004.

Senza togliere nulla a coloro che fin dai primi giorni di vita dell’Associazione si sono occupati con impegno e serietà della contabilità, Dino ha dato quel tocco speciale che è servito a mettere a punto un sistema di contabilità informatizzato, molto simile a quello di un’azienda.

 

Sembrava a tutti un sistema gravoso ed eccessivo; invece ha anticipato le modalità ora raccomandate dal Centro Servizi del Volontariato (C.S.V.) per tutte le associazioni.

Dino, per gli Amici di San Camillo, è stato un amico generoso, schietto, convinto che solo i valori cristiani di giustizia ed onestà possono realizzare una società solidale ed attenta ai bisogni dei più deboli.

Era di temperamento vulcanico, ma anche paziente nelle spiegazioni, per raggiungere l’obiettivo prefissato.

Il suo pensiero era: “Usare bene il tempo a nostra disposizione, fare bene le cose per non dover rifare tutto!”

Aveva preso a cuore l’Associazione, per questo toglieva ore al suo impegno in segreteria parrocchiale, per cercare di guidarci al meglio. Per tutti, e soprattutto per chi lo ha sostituito, è stato un maestro.

Ho ricordato semplicemente quello che Dino ha fatto negli ultimi venti anni della sua vita in parrocchia e non ho fatto altro che sviluppare quanto avevo ricordato nella preghiera che, a nome del MEL, avevo preparato per il suo arrivederci cristiano in Chiesa il 27 aprile 2005.

Allora ho ringraziato il Signore “per tutte le grazie che aveva dato a Dino, per essere stato animatore e sostenitore convinto di trovarsi assieme, per offrire a tutte le persone non più giovani di passare un pomeriggio in serenità”.

Inoltre ringraziavo Dio perché Dino aveva messo a disposizione della parrocchia le sue conoscenze informatiche per offrire a tutta  la comunità i supporti liturgici domenicali e tutte le comunicazioni che il parroco e i vari gruppi desideravano far giungere ai parrocchiani.

Invitavo tutti a seguire i suoi esempi di generosità e di disponibilità e a raccogliere il testimone che egli ci aveva passato. Un far memoria, un ricordare per crescere, per vedere che altri hanno fatto, si sono dati da fare,  non da soli ma con l’aiuto di Dio che, nel caso specifico, aveva fatto in Dino “ cose grandi e meravigliose”.

 

Gaetano Meda

torna all'indice - Vita Nostra maggio 2009 - anno 4 numero 2