Hanno scritto: David Maria Turoldo
 

PREGARE: Per un Natale quotidiano

Desiderio dei colli eterni, Gesù, vieni in questo cuore dell’uomo con il tuo amore, con la tua gioia, con la tua grazia liberatrice.

Signore, vieni in me, in mezzo alle mie amicizie e al mio lavoro. Vieni con il tuo spirito di preghiera e di giustizia, vieni con la tua serenità e la tua pace.

Vieni nella nostra casa di Emmaus e qui fermati e abita con noi e fa che tutti ti riconoscano nella nostra frazione del pane.

Vieni nella nostra comunità e fa che sia una vera chiesa dentro la chiesa. Vieni nelle nostre famiglie e siedi alla nostra mensa e si faccia di questa piccola parrocchia una famiglia sola in cui tutti si sentano fratelli che si aiutano, che si perdonano.

Vieni con la tua generosità e il distacco dalle cose, con il tuo amore e la pazienza.

 

Vieni specialmente la domenica in questa tua chiesa, perché tutti gli amici ti incontrino nella carità e nella gioia.

Vieni a insegnarci le vie di Dio, dacci la forza di accettare la tua parola.

Vieni a fare giustizia di tutti gli egoismi; ad abbassare le montagne dell’orgoglio, a colmare le valli della miseria.

Vieni a liberare gli schiavi e i carcerati, a soccorrere i disoccupati, a sfamare gli affamati; vieni a confortare i disperati, a proteggere le donne e i bambini; a guarire i malati, a risuscitare i morti.

 

 

 Gesù, agnello di Dio, vieni a portare la  pace là dove infuria la guerra, vieni a fondere in un popolo solo il mondo, a comporre in armonia tutti i continenti.

Vieni a ispirare con la tua dolce parola tutti i governi della terra, a placare tutte le classi, a disarmare tutte le razze del mondo.

Vieni a insegnarci ancora che l’odio è morte, che la prepotenza non serve, che usare la forza è debolezza; che le ricchezze sono affanno.

 

Vieni a illuminare ogni uomo dalla nascita alla morte. E nasci tutti i giorni e rinasci continuamente anche nei palazzi, anche nelle regge e non solo nei tuguri.

Vieni nelle officine, nelle fabbriche, nelle scuole.

Vieni nella tua grande chiesa con tutta la pienezza della divinità e della tua umanità; vieni nei sacerdoti con il tuo spirito di fedeltà alla tua parola.

 

O pace di Dio, vieni a fare la pace con tutte le religioni. Vieni in tutto il mondo, perché sei la nostra unica speranza. Dovunque vuoi, e non stancarti di venire mai, o Signore!

 

Per amore della tua e nostra Madre, per le preghiere di tutta l’umanità a gloria del Padre, nella luce dello Spirito Santo.

 

Amen

 

 Mosaico del 1100 nel monastero di Daphni (Grecia):  bagno al neonato Gesù

AMARO RISO DI ANGELI

La tristezza di questi Natali

Signore, ti muova a pietà.

 

Luminarie a fiumane, ghirlande

di false costellazioni oscurano

il cielo di tutte le città.

 

Nessuno più appare all’orizzonte:

nulla che indichi l’incontro

con la carovana del Pellegrino;

non uno che dica in tutto

l’Occidente: “Nel mio

albergo sì, c’è posto”!

 

Non un segno di cercare oltre,

un segno che almeno qualcuno creda,

uno che attenda ancora

colui che deve venire…

 

Non è vero che l’attendiamo:

non attendiamo più nessuno!

Tutto è immoto pure se

dentro un inarrestabile vortice:

pur esso segno

di fatale fissità.

 

E così è Destino, più non ci sono

ritorni, né ricorsi: è inutile

che venga! Tale è questa

civiltà gravida del Nulla!

     

* * *

Ora tu, anche se illuso di credere,

o figlio dell’ateo Occidente,

segui pure la tua stella – così

è gridato per tutta la città

dei vessilli – segui, dico,

la stella e troverai cornucopie

vomitare leccornie, o non altro

che spiritati manichini

di mode folli in volo

dalle vetrine…

 

Poiché falso è questo tuo

donare (è Natale!), falso

perfino stringerci la mano

prima della Comunione, e

trovarci assiepati nella Notte

a cantare “Gloria nei cieli…”.

      

* * *

Un amaro riso di angeli

obnubila

lo sfavillio dei nostri presepi, Francesco

cantore di perfette, tragiche letizie; pure se un Dio

continuerà a nascere,

a irrompere da insospettati

recessi: là dove umanità

alligna ancora

silenziosa e desolata:

dal sorriso

forse di un fanciullo

dalla casbah a Dacca,

o a Calcutta…

 

Nessuno conosce solitudine come

il Dio del Cristo: un Dio

che meno di tutti può vivere solo

pure se sia la dorata

solitudine di paradiso.

 

Certo verrà, continuerà

a venire, a nascere

ma altrove,

altrove …

 

Giotto, Cappella degli Scrovegni
Natività

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