TELEGRAMMI DA HAITI

Il giorno 12 Gennaio 2010 un sisma di grave intensità si è abbattuto su un’isola caraibica già fortemente provata a livello economico e sociale: Haiti.

Nonostante siano passati ormai quasi due mesi, la situazione è ancora quella di una terribile emergenza. Notizie dirette ci provengono dalle parole di Sr. Maria Fogagnolo, una suora salesiana di Don Bosco, che ha una sorella missionaria ad Haiti da quarant’anni. Sr. Maria ci racconta che, camminando per le strade della capitale Port-au-Prince, le missionarie incontrano una moltitudine di gente che si muove stanca e nervosa, cercando di scovare i luoghi dove si distribuiscono gli aiuti: è la vera lotta per la sopravvivenza perché i viveri sono infinitamente inferiori ai reali bisogni della popolazione. La sicurezza, soprattutto nelle ore notturne, è messa a dura prova da bande armate che si aggirano per le strade, cercando un posto dove passare la notte e saccheggiando le poche risorse ancora disponibili.

Tuttavia, in questo dramma, i salesiani e le salesiane, fedeli al carisma di don Bosco, cercano di portare conforto fisico e spirituale alle migliaia di sfollati presenti. Gli istituti professionali e le scuole hanno subito notevoli danni, ma è qui che le persone trovano rifugio durante la notte ed è a queste suore che i bisognosi si rivolgono per cercare un po’ di sostegno. Delle quattordici case delle Figlie di Maria Ausiliatrice presenti nell’isola, solamente cinque sono rimaste in piedi e i cortili, dove fino a poco tempo fa giocavano bambini e ragazzi, sono stati adibiti a centri di smistamento di cibo e acqua. Da quelle zone ci giungono però Parole di speranza, la speranza che si legge negli occhi dei bambini che attendono un futuro migliore.

Anche la situazione sanitaria delle popolazioni colpite dal terremoto è davvero drammatica. I padri Camilliani e i medici presenti a Port-au-Prince operano i feriti in condizioni precarie e difficili. L’Ospedale St. Camille, dopo la prima emergenza durante la quale sono state curate centinaia di persone, come ci informa Padre Lovera, camilliano responsabile di alcune strutture sanitarie dell’isola, oggi sta lavorando a ritmo costante a livello di chirurgia, medicina e visite ambulatoriali. Lo scenario sanitario sembra essersi delineato con chiarezza: ora l’emergenza si è spostata sulla necessità di reperire strutture adeguate per permettere alle persone che hanno subito operazioni lunghe e dolorose di iniziare terapie riabilitative.

Anche qui però le iniziative di solidarietà non mancano. Sin dai primi giorni dopo il sisma, infatti, sono giunti ad Haiti molti volontari che, seguendo la passione, la generosità e la carità si sono lasciati alle spalle le comodità e gli affetti per donarsi completamente agli altri. I primi giorni di febbraio, poi, sono arrivati in Italia alcuni feriti per essere curati in ospedali più idonei ed attrezzati. Sicuramente ospitare alcuni malati non risolverà i problemi di questa terra, ma, secondo le parole di Padre Lovera, li risolveranno quelle scelte silenziose e costanti che potranno accompagnare questo paese verso il riscatto dall’arretratezza e dalla miseria.

In questo articolo abbiamo voluto riportare solo alcune delle numerose testimonianze di solidarietà che ci giungono da quella terra che, a piccoli passi, sta tornando alla normalità e che ci chiede di non essere mai dimenticata.

Maria Giovanna Damian

(raccogliendo la testimonianza di

Sr. Maria Fogagnolo)

Bambini di Haiti

(foto tratta dal sito della Fondazione Prosa, la

Fondazione che la nostra parrocchia ha utilizzato come veicolo per far giungere le offerte raccolte per l’Ospedale St. Camille)

 

 

 

torna all'indice - Vita Nostra marzo 2010 - anno 5 numero 1