IL PRANZO DI SOLIDARIETÀ:
Una nuova esperienza per la nostra parrocchia

Bene, ci siamo, abbiamo cominciato anche noi: alla prima domenica di ogni mese anche la nostra parrocchia si è ulteriormente aperta al territorio di Padova, con la realizzazione di un pranzo per i poveri e gli indigenti, visto che le Cucine Popolari, gestite dal gruppo di Suor Lia, alla domenica riposano e l’impegno viene assunto dalle parrocchie della città. Adesso anche noi ci siamo aggiunti a questa iniziativa di apertura e di accoglienza. L’idea era partita da Anna Feltini e Daniela Longato ancora all’inizio del 2009, considerato che la parrocchia aveva le strutture, cucina e quant’altro, (che tutti conoscono nei vari momenti gestiti dal Gruppo Ricreativo), quindi …

Così la proposta è stata presentata al Gruppo Ricreativo, al Consiglio Pastorale Parrocchiale, alla popolazione della parrocchia; è stata discussa, sviscerata, elaborata e domenica 14 febbraio siamo partiti: i primi “clienti” sono stati 22. Per saperne di più, abbiamo fatto un’intervista alle due promotrici dell’iniziativa, sopra ricordate. Ecco la loro testimonianza (NB. Le risposte sono condivise):

Domanda: Dopo l’ideazione, cosa è successo di preciso?

Risposta: Possiamo dire che le nostre “ansie” (ce la faremo o sarà un flop?) sono ben presto svanite; questo senza nascondere che il lavoro di preparazione è stato impegnativo, soprattutto per la preoccupazione di prevedere e risolvere ogni difficoltà. Ma le risposte che abbiamo avuto sono state superiori alle attese. Da settembre a dicembre siamo passate dalla fase teorica a quella pratica. Padre Roberto, il Consiglio Pastorale e il Gruppo Ricreativo ci hanno subito appoggiate. Domenica 20 dicembre la proposta è stata presentata durante le Sante Messe alla nostra comunità e lì abbiamo avuto una grande gioia: circa 80 “volontari” (un successo!!!) ci hanno risposto in modo favorevole, riempiendo abbondantemente ogni spazio necessario, da quello dell’accoglienza, a quello della cucina, a quello del servizio in tavola compresa la preparazione e la gestione della sala, a quello della spesa; abbiamo avuto l’adesione anche di interi nuclei familiari.

Domanda: E poi?

Risposta: Con questa “carica” siamo passate al lavoro di preparazione. Sono stati costituiti 6 “gruppi di lavoro” a rotazione per i vari mesi dell’anno (l’offerta del pranzo sarà sospesa solo in agosto), gruppi “autonomi” di 10-12 persone, che saranno impegnati due volte all’anno.

Da un lato abbiamo curato i rapporti con la diocesi e la Caritas per l’organizzazione e per non fare errori, dall’altro la programmazione concreta, confrontandoci anche con le altre parrocchie già operanti. La nostra capacità recettiva si aggira per il momento su 20 “clienti”, numero ovviamente “elastico”. In pratica, la Caritas distribuisce dei “buoni pasto”, che vengono presentati all’entrata (ovviamente vengono accolte anche persone che si presentano senza buono, nello spirito della disponibilità all’accoglienza). Ogni ultima domenica del mese in chiesa appare un resoconto pubblico dell’andamento dei “lavori” del mese precedente, in modo che tutti i frequentatori delle Sante Messe da un lato sappiano cosa è successo, dall’altro possano contribuire con le loro offerte libere alla continuità dell’iniziativa.

Domanda: Complimenti sinceri per la vostra capacità sia di proposta che organizzativa. Beh, adesso dateci un resoconto della prima volta.

Risposta: Dire che eravamo emozionate, un po’ anche “agitate”, è poco. Ma evidentemente la Provvidenza esiste, perché tutto è andato per il meglio. In primo luogo la “socializzazione” è stata totale; sono subito caduti gli “steccati” reciproci, non ci sono state divisioni tra “noi” e “loro”, la comunicazione è stata a 360 gradi, anche padre Roberto e padre Renzo si sono inseriti perfettamente nel dialogo e nella conversazione. La situazione, vista dall’esterno, dava l’impressione di un gruppo di amici; siamo passati senza problemi dal primo piatto al secondo con contorno, alla frutta, fino al formaggio con dolce, secondo un apposito menu studiato per rispettare le varie convinzioni religiose: niente maiale né alcolici. La clientela era mista: due clochard, ad esempio, altri che hanno un’abitazione, anche un nucleo familiare al completo. Quello che abbiamo notato è poi il fatto che tutti i presenti hanno evidenziato una grande e sincera dignità personale, nessuno ha chiesto niente in più, anche se quasi tutti hanno gradito il “cestino” che abbiamo offerto loro per la cena. Alcuni hanno raccontato spontaneamente la loro vita, dimostrando di sentirsi perfettamente a loro agio con noi. E noi abbiamo passato più di due ore in sintonia: più o meno tutti, al di là dei singoli ruoli, ci siamo seduti progressivamente accanto a loro. Decisamente questa prima esperienza ci ha dato una grande carica per il futuro!

Conclusione: Grazie per questo messaggio “positivo”. Ai lettori di “Vita Nostra” il compito di recepirne il significato …

 

a cura di Giuseppe Iori

14 febbraio 2010: il primo pranzo di solidarietà in Parrocchia
 

 

 

torna all'indice - Vita Nostra marzo 2010 - anno 5 numero 1