Il patrimonio dei ricordi
VISITA ALLA MOSTRA FOTOGRAFICA DELLA PARROCCHIA

Per festeggiare i 50 anni di vita, la parrocchia di S. Camillo ha allestito una grande mostra fotografica, con un lavoro certosino dei volontari che ha richiesto pazienza, capacità di organizzare le fotografie, senso della comunità e buon gusto. Sono state create due sezioni:

· la prima, in chiesa, con le fotografie degli avvenimenti prevalentemente religiosi vissuti negli anni dai parrocchiani: battesimi, comunioni, matrimoni, Messe natalizie e pasquali e passaggio del testimone tra i quattro parroci che hanno retto la comunità nel tempo;

· la seconda sezione, con le fotografie degli avvenimenti della vita quotidiana della parrocchia, disposte nel salone parrocchiale con le relative “legende”. Ci si poteva riconoscere un po’ tutti, in una foto o nell’altra: festa della comunità, pranzi e cene parrocchiali dei vari gruppi, campi e veglie degli scout, foto ricordo dei vari anni del gruppo sportivo “Lellianum”…

Passando di pannello in pannello, ci si vedeva in qualche foto, si riconoscevano persone a volte dimenticate, con le quali, però, avevamo vissuto dei momenti e partecipato a iniziative che avevano lasciato un segno nella nostra vita con un arricchimento delle nostre relazioni umane, sociali e comunitarie.

È stato veramente bello sfilare davanti ai vari pannelli e rivedere nelle foto persone che avevano contribuito a fare la storia della nostra parrocchia: persone che sono state il punto di riferimento per tanti di noi, che hanno, a volte, sollecitato il nostro coinvolgimento ma che, in ogni caso, sono state per noi esempio di disponibilità, di altruismo, di apertura per il desiderio di camminare a fianco degli altri per accompagnarli e, tacitamente, far loro sentire e gustare la bellezza della comunità e dell’essere assieme.

Passando di pannello in pannello abbiamo rivisto P. Nardin, il camilliano che ha coagulato i desideri dei parrocchiani e li ha portati alla costruzione della chiesa. Abbiamo rivisto il sorriso di P. Mariani e sentita la sua voce che ci ricordava di essere “ figli di Dio”. Abbiamo incontrato P. Grandi che ci invitava a ringraziare il Signore di quello che avevamo; ci ricordava che la nostra parrocchia era ricca di soldi, di qualità e di tempo e che potevamo mettere a disposizione anche degli altri le nostre ricchezze. Abbiamo visto P. Roberto, che è il nostro passato ma è anche il nostro presente e, speriamo, anche il nostro futuro: egli ha fatto sì che il carisma camilliano della parrocchia si concretizzasse, fra l’altro, nella Casa di Accoglienza S. Camillo. Oggi la costruzione è stata attuata e il carisma è portato avanti e vissuto dal gruppo dei volontari che, giorno per giorno, la gestiscono e la fanno apprezzare dai parenti dei malati ricoverati nelle strutture ospedaliere.

In patronato ogni pannello è stato un risveglio di ricordi, la rivisitazione di avvenimenti e momenti importanti della nostra vita comunitaria: molti di noi si sono rivisti giovani, e ritrovandosi, a volte, in fotografie di periodi diversi, hanno potuto toccare con mano il proprio cambiamento fisico e riflettere sulla propria partecipazione, negli anni, alla vita parrocchiale.

 

Davanti ai vari pannelli mi sono fermato a pensare alle varie persone che vedevo ma che ci hanno lasciato: molte di queste sono state veramente “le pietre vive” della nostra comunità che senza di loro sarebbe stata più povera. Alcune di queste persone sono state ricordate, in questi ultimi anni, nella rubrica “Il patrimonio dei ricordi” del periodico “Vita nostra”.

Ho pensato, però, che la comunità è molto più vasta delle persone che sono state il punto di riferimento dei vari gruppi o delle varie iniziative; la parrocchia è formata anche dalle persone di tutti i giorni, dalle persone che nell’umiltà della loro vita sono state punto di riferimento per la loro famiglia e per le persone del vicinato. Ho ricordato alcune persone, vicine di casa, che sono state un esempio offerto nella semplicità della vita di tutti i giorni.

Ogni giorno le si vedeva aprire le finestre, innaffiare e curare i fiori in terrazza o in giardino; a volte, c'era l'occasione di scambiare qualche parola, qualche osservazione sulla stagione, sul tempo. Parole di tutti i giorni, senza importanza, dette il giorno prima e magari ripetute il giorno dopo. A volte c'era il tempo e l'occasione per qualche osservazione più specifica, suggerita dalle notizie apprese alla radio o alla televisione: scambio di parole in cui c'era la possibilità di conoscere quello che la signora Antonietta, il signor Giovanni, la signora Marisa pensavano, di apprezzare il buonsenso, la capacità di discernere nelle notizie le cose superficiali dalla sostanza. Mi sono ricordato, vedendo qualche fotografia, dell'abitudine di alcune persone della mia via di trovarsi nel giardino di una casa vicina nei pomeriggi d'estate o del primo autunno per bere una bibita fresca e condividere le proprie impressioni sugli avvenimenti e i fatti del giorno. Erano occasioni favorevoli per mostrare a tutti che la vita non è sempre una corsa, che è bello anche fermarsi per parlare del più e del meno e trovare la gioia nelle piccole cose della vita. Erano occasioni per approfondire la conoscenza e cementare l'amicizia reciproca, per capire le motivazioni profonde che sostenevano i vicini o le vicine di casa nell'affrontare i momenti dolorosi che prima o poi toccavano ogni famiglia, ogni persona. Erano i momenti privilegiati per conoscere la saggezza e la ricchezza umana delle persone e, io la chiamerei con il nome conosciuto da sempre da tutti. la fede in Dio che una persona era riuscita a coltivare e a sviluppare. Davanti ai pannelli in patronato, ho ricordato che avevo sempre invidiato queste persone che si incontravano quasi ogni giorno, più o meno verso le cinque, non per bere il famoso tè inglese, ma per vivere un momento di relazione, parlando e passando qualche ora in serenità.

Ci sarebbero tanti medaglioni o meglio dei cammei preziosi da presentare completi di nome e cognome di persone che sono vissute accanto a noi, condividendo gioie e dolori dell’esistenza quotidiana, con la speranza di un futuro sereno e bello per sé e per gli altri.

Queste, secondo me, sono “le pietre vive” della nostra parrocchia: sono uscite dalle fotografie appese ai pannelli in Chiesa o nel salone parrocchiale per condividere con noi i momenti belli e gioiosi della vita parrocchiale e ci hanno fatto gustare la bellezza della vita della comunità impreziosita dalla semplicità dei rapporti, dall’umiltà delle richieste reciproche e delle relazioni, dalla fede sincera, fatta di affidamento costante al Signore ritenuto l’amico sicuro della nostra vita.

Gaetano Meda

(ndr: nella mostra fotografica troviamo i ricordi di tanti parrocchiani, ecco perché abbiamo voluto inserire nella rubrica “Il patrimonio dei ricordi” questo articolo)

 

1964 - P. Mariani celebra una Messa in famiglia

1973 - Festa in salone parrocchiale

 

 

 

torna all'indice - Vita Nostra settembre 2010 - anno 5 numero 2