L'Angolo dei giovani

JMJ 2011: ESTA ES LA JUVENTUD DEL PAPA

Al grido di “Esta es la Juventud del Papa”, si è concluso anche quest'anno uno dei momenti più belli per la comunità cattolica mondiale: la Giornata Mondiale della Gioventù.

2.000.000 persone, 194 paesi, una sola città.

La GMG 2011, XXVI edizione dell'incontro internazionale dei giovani cattolici, si è tenuta dal 16 al 21 agosto nella capitale Madrid (seconda volta per la Spagna, dopo l'edizione 1989 a Santiago de Compostela) e ha voluto riscoprire le parole di San Paolo: “ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede” (Col 2,7).

L'inizio vero e proprio è stato il lunedì 15, quando la città ha cominciato ad accogliere la prima parte dei pellegrini. Martedì, giorno di sistemazioni e accoglienza, non essendoci appuntamenti in programma, le strade si sono riempite di gente alla scoperta della città, di mille colori e con mille bandiere.

Martedì, mercoledì e giovedì, gli appuntamenti mattutini con la catechesi dei vescovi, nelle chiese, negli auditori, nei centri sportivi della città.

In questi giorni, poi, i grandi eventi, con l'arrivo del Papa e il messaggio di benvenuto (18 agosto) e la Via Crucis (19 agosto).

Con l'arrivo del weekend, ecco che le masse si sono spostate dal centro città, per trasferirsi nel grande aeroporto militare dei Quatro Vientos, vera e propria sede di svolgimento della GMG. Qui, tra sabato e domenica, i messaggi del Papa, la veglia di preghiera (ridotta di molte ore a causa del maltempo) e la Messa di mandato e conclusione della festa. Dalla stessa giornata di domenica, l'inizio dei rientri a casa..

Ma quale lo spirito? Quale il cammino che si è vissuto in questi giorni?

Il Papa ha rivolto vari messaggi concentrati nell'invito a vivere la vita nell'incontro personale con Cristo, nella ricerca della verità, nella scoperta della vocazione, nella comunione con la Chiesa, nella testimonianza della fede. In tutti questi, uno solo è stato il filo conduttore: la riscoperta del Vangelo. Il Papa, nei giorni passati insieme, ha fatto un percorso molto chiaro e lineare: ha voluto ripercorrere insieme ai giovani tutte le tappe, i pilastri, le radici del Vangelo. Non si è spinto a parlare di temi “caldi” né ha commentato i problemi della società di oggi. Ha semplicemente trasmesso il messaggio evangelico.  

 

Incontri tra culture
Incontri tra culture

E a tal proposito, significative sono state le sue prime parole, quelle enunciate durante il messaggio di benvenuto, giovedì 18 agosto:

“… abbiamo ascoltato un passo del Vangelo nel quale si parla di accogliere le parole di Gesù e di metterle in pratica. Vi sono parole che servono solamente per intrattenere e passano come il vento; altre istruiscono la mente in alcuni aspetti; quelle di Gesù, invece, devono giungere al cuore, radicarsi in esso e forgiare tutta la vita. Senza ciò, rimangono vuote e divengono effimere. Esse non ci avvicinano a Lui. E, in tal modo, Cristo continua ad essere lontano, come una voce tra molte altre che ci circondano e alle quali ci siamo già abituati.”

Solo in quest'ottica, ci ha detto il Papa, potremo pensare di vivere una vita piena, radicata e fondata in Cristo, salda nella fede.

Quali le avventure? Quale il ricordo più bello vissuto?

Ciascuno di coloro che hanno partecipato alla GMG ha ricordi e avventure differenti e personali. Ma non ho dubbi: uno dei ricordi più belli, nonché caratterizzanti la GMG, è il clima di fraternità.

Migliaia di giovani di culture, lingue, nazionalità diverse hanno saputo vivere pienamente i rapporti personali che ci uniscono come persone. In quelle strade e in quei giorni non esisteva il bianco o il nero, il superiore o l'inferiore, il conoscente e lo straniero, il coetaneo o il più giovane o il vecchio. Esistevano solo persone, anzi: AMICI.

È come se tutte le barriere, tutti i muri che ci costruiamo dentro di noi ogni giorno per “proteggerci” e “tutelarci” dall'estraneo, si fossero frantumati in un istante. Il pensiero di quei giorni non era “non mi avvicino a quello perché non so chi sia” o “non parlo con quello che magari non capisce neanche ciò che dico”: si comunicava con chiunque, in qualunque lingua si conoscesse (o a gesti), a tutti si faceva un sorriso, qualunque momento era buono per conoscere gente nuova o anche solo per chiederle “Come va? Da dove vieni?”. Questo il clima di fraternità, questo il modo giusto per vivere da cristiani.

Riccardo Fusar 

 

Il passaggio del Papa nei pressi di Plaza de Cibeles

Il passaggio del Papa nei pressi di Plaza de Cibeles  

 

Vista aerea dell'aeroporto di Quatro Vientos

Vista aerea dell'aeroporto di Quatro Vientos  


UN'ALTRA TESTIMONIANZA

Il titolo/centro di questa GMG riassume molto bene ciò che ho potuto sperimentare in questi 12 giorni in Spagna. 2 milioni di persone, per lo più giovani, radunati, “radicati, e saldi” in un unico posto per celebrare insieme la Fede in Gesù Cristo. Personalmente ho vissuto delle giornate intense, ma quello che ho portato a casa da Zaragoza prima e da Madrid poi, è il sorriso di chi ha accolto me e il mio gruppo, la preoccupazione dei volontari e degli organizzatori, la semplicità, parte integrante (se non fondamentale) dell’intera GMG, le molte lingue parlate, il colore, tanto colore. Ricordo in particolare una scena, il giorno dell’arrivo di noi pellegrini a Madrid (se non sbaglio il 16 agosto), lungo il Paseo del Prado: erano all’incirca le 16.30, la solita coda interminabile fuori dal museo e, da lontano, dalla stazione di Atocha, si sentono cori su cori, si vedono bandiere su bandiere, gente che ti prende sottobraccio solo per fare dieci metri in compagnia (come se non ci fosse stato nessuno!!). Se qualcuno tra 20 anni mi chiedesse “dimmi un momento simbolo della GMG” io gli racconterei questi dieci surreali minuti, in cui mi sono sentita veramente cittadina del mondo.

E poi c’è un altro aspetto, molto più profondo, nascosto, forse - confesso - un po’ lasciato in ombra durante Zaragoza e Madrid, quello della fede. Molti mi dicevano “vedrai, dalla GMG torni a casa che sei un’altra cristiana, risolverai tutti i tuoi dubbi e sarai convinta al 100% della tua fede”: ecco, credo che non abbiano detto cosa più sbagliata di questa! Purtroppo un’esperienza così non basta! Dieci giorni, anche se belli e intensi anche dal punto di vista “religioso”, non sono niente. Allora che fare? Come posso cercare di trarre vantaggio da un incontro del genere? Un primo passo è quello di non lasciare decantare tutto, o “mettere in archivio”: parlando con una suora mi sono resa conto che la GMG non è in Spagna, o a Colonia, o a Sydney, o a Rio de Janeiro, ma è qui, a casa mia, in parrocchia, all’università … la sfida più grande e difficile che mi è stata lanciata è proprio quella di portare il messaggio che ho ricevuto a Madrid nella mia vita quotidiana. E da qui sicuramente parte il cammino verso Gesù, verso il radicarmi e fondarmi in Lui, convincermi sempre di più che è Lui il sostegno e la base per la mia vita.

Paola Marcato

 

torna all'indice - Vita Nostra settembre 2011 - anno 6 numero 2