UN'ESPERIENZA DI AMORE ASSOLUTO E DI GIOIA

Sono una giovane dottoressa di 26 anni e il mio nome è Alessandra,  sono anche capo scout nel gruppo Padova 2 della Parrocchia di S. Camillo.
Inizio subito il mio emozionante racconto dicendo che sono stata in India nei mesi di agosto e settembre 2006 e porterò per sempre nel mio cuore i meravigliosi ricordi e le bellissime esperienze che ho vissuto a stretto contatto con i tanti bambini che lì mi hanno circondato.
E' la seconda esperienza che ho fatto in questo luogo così povero, dato che ci sono stata anche nel mese di agosto dell'anno 2005.
Le case in cui sono stata svolgendo il mio servizio sono ubicate nella lontana città di Vijayawada e dintorni, circa 1 milione di abitanti, nella regione indiana Anhra Pradesh (sud-est dell'India) e, come tante altre case per bambini di strada, ospitano numerosi bambini, purtroppo costretti a condurre i primi passi della loro vita da soli, lasciati a loro stessi, o in edifici costruiti per accoglierli e cercare di offrire loro la possibilità di riscattarsi. In queste case, infatti, si offre non solo l'alloggio e il vitto, ma anche una base di istruzione scolastica utile a un eventuale lavoro esterno e decisamente importante per lo sviluppo psichico e sociale di questi bambini; in esse sono state anche aperte delle piccole officine tessili, proprio perché, una volta lasciato l'orfanotrofio, i ragazzi possano trovare un'occupazione dignitosa e non restino in balia dei più forti.
Sono stati costruiti, inoltre, degli ambulatori medici e odontoiatrici, per garantire un'assistenza di base, utile tra l'altro allo sviluppo di una consapevolezza sanitaria, con misure di prevenzione ed istruzione.
In India il numero dei bambini che vivono in strada è sempre in crescita; Vijayawada è la città con il maggior numero perchè in India rappresenta un importante snodo ferroviario da cui partono e arrivano treni diretti sia al nord, verso Bombay e New Delhi, sia al sud, verso Madras (oggi chiamata Chennay).
Sono bambini che hanno talvolta visto le madri darsi fuoco perché ripudiate dal marito e, in quanto donne, impossibilitate a trovare un lavoro tale da permettere la sopravvivenza; questi bambini per tutta la vita subiranno le conseguenze di essere nati "fuori casta"

di essere ritenuti "nessuno". Sono bambini che, anche fin dalla tenera età di 2-3 anni, vengono allontanati da casa dai genitori o dai familiari perché non possono essere mantenuti, perché per loro non è possibile racimolare nemmeno una scodella di riso, oppure sono loro stessi ad andarsene perché vorrebbero frequentare la scuola ed invece c'è bisogno del loro lavoro per sfamare gli altri fratellini o ancora fuggono da una situazione familiare fatta di miseria e violenza.
Ogni bambino, una storia.
C'è Krishna, dolcissimo e affettuoso, sempre presente nella clinica odontoiatrica per abbracciarmi o per darmi una carezza … o Satish, pronto a coinvolgere i più piccoli in danze scatenate durante le feste che organizzavo per loro … o Sandeep, che parla perfettamente inglese e non esita un attimo per farsi lunghe chiacchierate con me cercando di imparare vocaboli nuovi … e Venkatesh, Naghen, Ayyappa, Ravikumar, Naveen, Madan … e quelli a cui basta che ci sei, che vogliono darti la mano ogni volta, dirti buon giorno, buona sera, buona notte. Insegni o impari anche lavandoti i denti. Insieme, con loro, giocando la loro carambola o facendoti spiegare un'acrobatica capriola di testa che tu non riesci a fare… ma c'è Pavan che la fa benissimo, e allora ti affidi a lui, gli chiedi come si fa e, mostrando lo stile, impara a fidarsi di te.
E poi, come dimenticare i grandi giochi di squadra: non puoi non giocare con loro a cricket, abbracciarsi insieme quando si fa un punto, esultare quando si vince, ridere, correre,

gioire, amare gratuitamente ricevendo molto più di quanto doni.
E poi le danze … perché, in India, si balla sempre e la povertà non impedisce la nascita di un sorriso e della gioia nella danza. Ballare per loro e con loro è stato fantastico: i loro sguardi profondi sono come contaminati da amore bianco, e il tuo sguardo non può che ammirare lo splendore di quelle "perle nere".
Quest'anno è stato ancora più bello che nel 2005, perché ho vissuto questa esperienza bellissima insieme a un giovane ragazzo e una giovanissima ragazza della parrocchia, anche loro scout, che si sono fatti magicamente travolgere da questa mia proposta di servizio e di aiuto all'estero. I ragazzi sono Margherita Verlato, 18 anni, e Jacopo Tisato, 20 anni. Mi hanno raggiunto in India nel mese di settembre e sono rimasti con me 3 settimane: sono stati al Deepanivas per la maggior parte del tempo, ma hanno visto (solo negli ultimi 4 giorni) anche la realtà del Mary Matha Orphanage, ad Allipalli … due esperienze molto diverse, in quanto la prima casa è situata

(continua sotto a sinistra)

Sono esperienze che lasciano un segno, per sempre, nel cuore, nell'anima: sono esperienze che, forse, insegnano il vero modo di amare e apprezzare le cose che si hanno

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in una realtà cittadina, dove si trova un po' di tutto nei numerosissimi negozi che la città stessa offre, mentre la seconda è circondata solo da risaie e campi, palme di cocco altissime e alberi di banane, con poche capanne che animano i piccoli villaggi intorno alla casa stessa, che rappresenta il vero punto di riferimento per tutta la gente. Inoltre la prima casa è un po' più piccola della seconda: al Deepanivas ci sono un centinaio di bambini, solo maschi, mentre ad Allipalli ci sono più di 500 bambini, sia maschi che femmine, provenienti dai villaggi e, purtroppo, dalla strada.
Abbiamo fatto tante cose insieme, ma, soprattutto, Margherita e Jacopo hanno giocato con i bambini della missione, sono stati insieme a loro, hanno vissuto con loro, hanno ballato e riso con loro, hanno festeggiato con loro ogni giorno "l'importanza di dare un sorriso", ricevendo una grande quantità di affetto e amore gratuiti e imparando ad essere felici anche in una realtà molto triste e povera … perché, se il bambino vede sorridere le persone che lo circondano, dimentica per un attimo il mondo che circonda lui stesso, stringendo la mano di chi gli sorride o stando semplicemente al suo fianco, anche senza dire niente …
Abbiamo visto insieme tante realtà che normalmente si vedono solo in televisione e che, viste dal vivo, toccano veramente in profondità il cuore: per la prima volta per loro e per la seconda volta per me siamo stati nelle case di Santa Teresa di Calcutta, una casa per sole persone anziane e una per soli

bambini, tutti diversamente abili sia fisici che mentali. Jacopo ha aiutato le care suore dell'ordine di Santa Teresa della casa degli anziani, situata vicino alla missione in cui eravamo ospitati, per un'intera settimana, svolgendo il suo servizio solo di mattina, fino a mezzogiorno, orario in cui gli anziani vanno a letto per il riposo. Margherita, invece, è stata nello stesso posto, ma solo per 3 giorni, perchè, in quel periodo, io e lei non stavamo bene. Entrambi sono stati con le persone anziane e hanno aiutato le suore a dar loro da mangiare, a farli muovere un po', a dar loro un po' di affetto e compagnia e, infine, ad accompagnarle tutte a letto. Si tratta di persone che vengono raccolte nella grande stazione ferroviaria cittadina, o nei piazzali degli

autobus, o vicino alle immondizie, o dovunque per strada. Sono gli ultimi degli ultimi, abbandonati, soli, la maggiorparte senza possibilità di movimento alcuno. Le suore danno loro conforto, li nutrono e li lavano, stanno con loro fino all'ultimo giorno per far capire loro che hanno trovato un aiuto sincero e che non ritorneranno mai in mezzo alla strada…
E' stata un'esperienza toccante per i miei compagni, importante per accrescere un po' il proprio bagaglio personale e portare nel ricco mondo in cui si abita un po' di  "informazione con potere d'azione". Sono esperienze che lasciano un segno, per sempre, nel cuore, nell'anima: sono esperienze che, forse, insegnano il vero modo di amare e apprezzare le cose che si hanno.
Sono stata molto felice con loro e sono stata contentissima di vedere nei loro occhi la felicità e lo stupore per quello che stavano vivendo.

Molto potrei scrivere sui progressi fatti con i bambini e su come adesso si sentono a "casa", sullo spirito di "famiglia" che si respira all'interno, su come molti di loro si sono inseriti, "fermati", e non pensano affatto di tornare in strada, su come hanno imparato ad amare, condividere, essere felici con tutti, accettare anche quando a loro viene detto di no.
E' stata una missione indimenticabile … non esiste l'età giusta per vivere un'esperienza del genere … non importa cosa fai nella vita … non esiste un dovere o qualcosa che devi fare per forza … non esiste "aver paura di essere diverso" … non esiste la frase "non posso farlo perché non posso farcela"…
Con tutto l'amore e la voglia di fare che avevo, ho parlato a me stessa, mi sono alzata e ho lasciato per un po' la mia vita quotidiana fatta di tante comodità alle quali sembra impossibile rinunciare … un aereo mi ha portato lì, nella lontana India, a donare una parte di me.
La cosa più bella è che … partirò ancora!

Alessandra Melis

Jacopo, Alessandra, suor Aleyamma e Margherita

Jacopo, Alessandra, suor Aleyamma e Margherita

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