AUGURI PER UN FUTURO DI SPERANZA: CON IL CRISTO RISORTO NON SIAMO MAI SOLI!

Carissimi fratelli e sorelle, desidero raggiungervi nelle vostre famiglie per rivolgere a ciascuno di voi il mio più sincero augurio di una Buona Pasqua.

L’annuncio festoso della risurrezione del Signore Gesù, che risuona nella liturgia di questi giorni santi, porti luce, speranza e gioia nella vostra vita, nelle situazioni concrete che ognuno di voi sta attraversando.

“La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito”. Non è raro che il nostro spirito e il nostro cuore attraversino momenti di buio e di confusione. È vero, la società vive momenti difficili per la congiuntura economica, ma anche per una profonda crisi morale e di valori; tuttavia non è con un atteggiamento passivo e lamentoso che potremo cambiare le cose.

Nella costruzione del nostro domani non siamo soli: Cristo è risorto, è vivo e cammina con noi. E se Gesù è vivo, allora è qui, accanto a ogni uomo di buona volontà: a coloro che si impegnano con totale disinteresse per il bene comune; a quanti si occupano con passione e generosità della formazione delle nuove generazioni; alle persone che si impegnano a sollevare le sofferenze dei malati, dei poveri ed emarginati; alle famiglie che non hanno nessuna intenzione di abdicare al proprio compito educativo; ai malati nel corpo e nello spirito che vivono le loro sofferenze nella luce della croce di Cristo; ai giovani che rifiutano la mentalità consumistica del “tutto e subito”. Egli è qui e ci sprona a non aver paura, perché la sua risurrezione, che sta alla base della nostra fede cristiana, mostra che la morte e il male possono essere sconfitti e che ogni gesto d’amore e di bene ha un riverbero nell’eternità.

Ci fa bene sentirci dire da S. Paolo: “Cercate le cose di lassù … Pensate alle cose di lassù …” Figli, spesa, scuola, viaggi, anziani, malattie, progetti, preoccupazioni, amici … se non mettiamo le ali alla nostra vita, tutto rimane imprigionato quaggiù.

Dimentichiamo di contemplare il nostro approdo ultimo: l’eternità, il Paradiso.

 

Poi Pasqua deve far risuscitare quanto la vita ha mortificato, dimenticato, offuscato, stancato. I rapporti familiari tra coniugi e tra genitori e figli possono incontrare dei momenti “no” oppure fasi pericolosamente lunghe di incomunicabilità. Bisogna far risuscitare il dialogo, trovare un pretesto per vincere i silenzi. Se si hanno in casa degli anziani in precarie condizioni di salute, non è difficile vivere momenti di scoraggiamento, di nervosismo, di stanchezza fisica e psicologica. Nella celebrazione della Pasqua bisogna implorare energie nuove, un supplemento di amore e di pazienza.

Il messaggio della Pasqua spalanca il cuore ad ogni speranza. Non è raro il caso di sentire espressioni, anche presso amici e famiglie conosciute, di ampio pessimismo, soprattutto quando i fallimenti, le notizie di morte e la cattiveria umana sembrano avere il sopravvento.

A Pasqua ogni speranza deve risuscitare, per non far torto a quel Dio che ha vinto la sua e la nostra morte. Pasqua, lo sentiamo pur in mezzo a mille difficoltà, celebra la vittoria di Dio: il bene è più forte del male, la verità prevarrà sulla menzogna, il diritto sull’ingiustizia, la grazia sul peccato. Perché la Vita, dopo un prodigioso duello, ha sconfitto la Morte. A meno che non ci fermiamo alle solite reazioni: imprecare contro tutto ciò che non va, volere a tutti i costi ricambiare il male con il male, pensare che quello che Gesù ci ha proposto sia una favola. Gesù ha veramente spezzato le catene del male e della morte, dell’odio e dell’egoismo, percorrendo ostinatamente la strada dell’Amore che è più forte di ogni male.

Il Signore Risorto ci invita a guardare al futuro con speranza, non perché elimina le molte piaghe della nostra storia personale e collettiva, ma perché ci consente di riscattarle seguendo la strada della verità e dell’amore fraterno, sulla quale Egli ci accompagna ogni giorno, dopo averci preceduto con il suo esempio.

Pasqua sarà allora guardare con occhi nuovi il coniuge, il figlio, il genitore, il prossimo, la fatica, la sofferenza, la vita, la morte, perché tutto è illuminato dalla luce del Risorto.

Allora  anche  l’augurio  di  “buona Pasqua” non sarà un gesto formale, ma sarà per tutti l’augurio di “buona risurrezione”, facendo opere di risurrezione, gesti di pace, di amore, di bontà, di onestà a tutti i livelli.

Padre Roberto e sacerdoti collaboratori

Icona dell’entrata a Gerusalemme, opera del nostro parrocchiano iconografo Giorgio Benedetti
 


 

Icona della Crocifissione (Giorgio Benedetti)

 

torna all'indice - Vita Nostra marzo 2012 - anno 7 numero 1