LE VACANZE ESTIVE |
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Questo notiziario giunge nelle vostre famiglie all’inizio della stagione estiva, quando tutti pensano di staccare dai lunghi giorni frenetici della città per un periodo di riposo. Con amicizia fraterna e con semplicità vorrei suggerire una prospettiva per vivere questo tempo: una opportunità di vivere il riposo e allo stesso tempo di fare rifornimento e riempire il nostro bagaglio spirituale, anche nella crisi e per chi ha meno possibilità economiche. C’è un tempo per lavorare e un tempo per riposare. Un concetto che avevano già teorizzato e messo in pratica gli antichi romani, gli inventori delle vacanze moderne. Ma il precetto è vecchio quanto il mondo, risale alla Genesi, al settimo giorno. È un comandamento non solo legittimo, ma benedetto dalle Sacre Scritture. E dunque chi può trascorrere un periodo di vacanza lo faccia, sapendo che, come scriveva Giordano Bruno: “Soltanto chi sa riposarsi è capace di lavorare”. Le vacanze per il cristiano possono essere fonte di rigenerazione, di crescita spirituale, da vivere con gioia. Ha scritto il teologo Severino Dianich: “C’è anche una grazia del riposo e non solo quella del lavoro, come c’è una grazia della gioia e del divertimento accanto a quella della fatica e del dolore”. Una grazia non concessa a tutti quest’anno, secondo un sondaggio della Federalberghi/Confturismo: un italiano su due non andrà in vacanza. Per questo non possiamo dimenticarci di coloro che non fanno ferie, perché sono malati, o in povertà, o costretti a lavorare. Ma questo pensiero ci renda ancora più responsabili verso la “grazia” delle vacanze. Credo che le vacanze siano il tempo della gratuità; in questo tempo ci sgraviamo da impegni legati alle nostre responsabilità. Vengono fuori i nostri interessi, le persone che siamo, gli aspetti più vivi e originali della nostra personalità. È il tempo della cura di noi stessi, l’occasione per ritrovare la propria vita, la parte più profonda si sé.
Durante le vacanze, inoltre, non dobbiamo
“dimettere” la fede, anzi possiamo rafforzarla, dedicando più tempo alla
preghiera e alle letture. Non dimentichiamo che la vacanza può essere anche
il tempo della ricerca spirituale; una strada è recuperare quelle che oggi
vengono chiamate “vacanze alternative”, come per esempio partecipare a campi
scuola per singoli o famiglie, a settimane di studio e approfondimento della
Parola di Dio, a esercizi spirituali, magari nella pace della natura o in
luoghi spirituali: eremi, conventi, monasteri. E anche dedicare del tempo
a esperienze di volontariato ancor più intense e a pellegrinaggi. |
C’è in tutta la Bibbia la concezione del tempo libero creativo, un immergerci nella tranquillità della natura. Anche i Vangeli segnalano che Gesù ama “staccare” dagli stress della folla. Un giorno il Messia prende i discepoli in barca e li porta in un luogo solitario, in disparte. Nel discorso della Montagna, per cinque volte Cristo invita a non affannarsi e a deliziarsi ammirando il volo degli uccelli e lo splendore dei gigli del campo. Anche noi, a contatto con la natura, con le montagne, con il mare e i boschi, scopriamo le bellezze di Dio creatore. Inoltre Gesù amava la convivialità, i banchetti e la compagnia dei commensali, al punto di essere considerato un gaudente, come scrive l’evangelista Matteo, un “mangione e un beone, amico di pubblicani e di peccatori”. Riscoprire la bellezza del vivere insieme e … stare insieme! Il dialogo cordiale e prolungato riannoda i fili che si sono rotti delle relazioni umane, specialmente in ambito familiare. Se si fanno viaggi oltre oceano e non ci si confronta con la cultura del luogo, non si scoprono le radici, è un viaggio a vuoto. Questo vale anche per l’Europa, le cui città possono essere lette come un grande libro della nostra identità. Nel viaggio si può scoprire l’esperienza delle altre religioni, vedere come l’umanità cerca Dio. Insomma, bisogna colmare con la realtà questo spazio, questo “vacuum” da cui deriva la parola vacanza. Un’attività per alcuni molto difficile: perché dopo due giorni di ferie spesso uno si annoia, non essendo capace di fare le vacanze. È un po’ come la situazione del pensionato, che trova davanti a sé, con la pensione, immensi spazi vuoti e non sa come riempirli perché non si è preparato. Come dice il Qoelet: “Ho ancora immensi spazi vuoti davanti a me e non so come riempirli, non ho più il gusto di questo tempo”. Questo vale anche per l’aspirante vacanziere, abituato solo a fare e mai ad essere e pensare: egli non sa che farsene del tempo finalmente a disposizione. Riflettiamo in questo periodo di vacanza e, mentre ricuperiamo un po’ di libertà, non ci sfugga l’occasione per ritrovare il giusto equilibrio tra lo spirito e il corpo. Auguri perciò a tutti: a chi parte e ai tanti che restano qui, che questo periodo estivo serva a recuperare le nostre migliori energie spirituali, a crescere nella propria umanità e nella fede che il Signore ci ha donato e ad esperimentare ed offrire solidarietà a chi attende un po’ di attenzione da parte nostra. P. Roberto Nava
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“… immergerci nella tranquillità della natura”:
Pale di San Martino
Villa Immacolata a Torreglia, sede di
esercizi spirituali
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torna all'indice - Vita Nostra giugno 2013 - anno 8 numero 2
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