INAUGURAZIONE DELLA “CASA DEI FONDATORI” AL CENTRO NAZARETH

È trascorso oltre mezzo secolo da quando Via Nazareth divenne per l’OIC la sede storica dove realizzare il primo villaggio residenziale per persone anziane.

Case di diverse dimensioni, immerse in uno spazio attrezzato di mobilità, dentro al verde del parco/giardino, unite da una rete di corridoi sotterranei per facilitare l’organizzazione dei servizi e consentire passeggiate e movimento degli ospiti in giornate di tempo inclemente, costruite per accogliere, con i criteri di allora, persone singole e/o in coppia in stanze e/o appartamentini, dotate di un reparto “infermeria” per situazioni di malattia temporanea.

Percorsi formativi per il personale, così da preparare addetti alla cura della persona, alla cucina, ai servizi domestici: l’igiene e la pulizia come obiettivi primari assoluti senza se e senza ma.

Una accoglienza personalizzata per capire in quale residenza e con quali persone vicine si sarebbe trovato meglio l’ospite, nella logica della famiglia allargata.

Una dimensione religiosa attenta, per dare maggior serenità a chi entrando in età matura, spesso solo, poteva trovare momenti di riflessione, di discernimento sul senso della vita.

Un’animazione sociale per creare comunità, promuovere spirito di appartenenza: c’erano comitati per scegliere gli acquisti dei cibi, votazioni democratiche per intitolare a personalità significative le nuove costruzioni, disponibilità di biblioteche, sale giochi, biliardi, gite, escursioni, con una spinta partecipativa aggregante verso i familiari e i congiunti.

Situazioni e ambiti oggi in gran parte diffusi, patrimonio  di  una  cultura della senescenza, espressione di civiltà.

 

Ma allora occorrevano dei pionieri - Don Antonio Varotto e Nella Maria Berto - per affermare concretamente la dignità degli anziani, la centralità della persona, il rispetto e la tutela della vita ancorché fragile, da vivere come dono. A questi valori - con l’evoluzione del Civitas Vitae (il centro polifunzionale della Mandria), con la promozione della longevità quale risorsa di coesione sociale necessaria in quest’epoca di frammentazioni ed egoismi, con l’applicazione della intergenerazionalità e l’interconnettività tra “abilità differenti” per formare distretti di cittadinanza, con lo sviluppo delle infrastrutture di coesione sociale - l’OIC è rimasta fedele realizzando contesti avanzati per implementarli.

Una storia si rafforza e si consolida quando le radici vengono onorate: ecco la nuova “Casa dei Fondatori Berto Varotto” dopo aver demolito le villette di cinquant’anni fa, ormai obsolete, Santa Maria Goretti, Santa Teresa e Stella Maris.

Un’opera impegnativa e coraggiosa; ma in un periodo di crisi come l’attuale, è con i fatti che si costruisce fiducia nel futuro, dando continuità di eccellenza alla fruttuosa collaborazione pubblico-privato sociale in tema di longevità.

La nuova costruzione potrà accogliere oltre 140 persone, specie non autosufficienti; essendo vicina all’Ospedale è in grado di promuovere utili sinergie nel campo del post-acuzie ospedaliero.

Fin dalla nascita dell’OIC del Nazareth si sono sviluppati intensi rapporti di collaborazione con la Parrocchia, soprattutto nelle attività di volontariato. Preziose sono le visite agli ospiti che così vivono nuove relazioni e superano il dramma della solitudine. Ora la Casa dei Fondatori, con i vari spazi, potrà rappresentare un punto di riferimento, aperto anche alle esigenze del Quartiere, rafforzando spirito di coesione e sensibilità di appartenenza.

Angelo Ferro, presidente OIC

la “Casa dei Fondatori”

 

 

torna all'indice - Vita Nostra aprile 2014 - anno 9 numero 1