L’angolo dei Giovani.
UN QUARTO D’ORA DI PAURA?

Cos’è un quarto d’ora? Un quarto d’ora in una giornata …

Niente! Poca cosa! Con tutti i quarti d’ora che perdiamo senza accorgercene!

Ma il quarto d’ora di paura di cui parlo è qualcosa di cui ti rendi conto: è all’inizio della giornata e te lo devi prendere. Magari dopo una notte di studio, passata in lotta con sé stessi per non buttare via nessuna di quelle energie che ognuno di noi ha imparato a misurare.

Fa a pugni con un’abitudine ed un ritmo che sembra già al limite, organizzato per arrivare preciso agli appuntamenti immancabili di sempre.

E il mio quarto d’ora non è davanti a una buona tazza di cappuccino o di una cioccolata fumante e profumata, magari mentre ci si racconta le ultime in compagnia degli amici, ridendo.

Il quarto d’ora in questione è da prendere per Dio. Per pregare.

Qui scende la paura! È ben speso? È sensato? È tempo perso rispetto a quello in cui mi investo in prima persona sulle cose che mi coinvolgono?

La paura poi fa novanta, quando a farsi sentire è la propria esperienza di credente che cerca Dio a Messa, lì dove il dialogo con Dio è già organizzato e ha le sue parole: il silenzio, il silenzio che si abita di Dio, il silenzio in cui faccio i conti con me stesso e quello che di più mio e povero sono, il silenzio del segreto del mio cuore in cui Dio può rivelarsi … QUEL silenzio lo saprò sostenere? Non è che mi perderò in pensieri miei, dove a farsi sentire ancora una volta è il mio Io e non Dio? Ed è silenzio che costa, che sembra vuoto, che chiede resistenza; soprattutto all’inizio, quando si è poco allenati ed educati a viverlo bene.

 

Proprio per fare i conti con queste paure e per vincerle (perché si possono vincere le paure!), tutte le mattine della Quaresima, dal lunedì al venerdì, ci siamo presi un quarto d’ora. Alle 7.30, in cappellina. Non in tanti (siamo circa una decina): delle superiori, universitari, ma anche con qualcuno inaspettato e gradito che già lavora.

Il desiderio è di prendere sul serio l’invito di Gesù a pregare e seguirlo. Cogliere il tempo di Quaresima come occasione per entrare in una dimensione che è quella del cristiano di sempre. L’abbiamo fatto comunitariamente per aiutarci. In maniera molto semplice, come da foglietto che lasciamo in cappellina una volta finito: invochiamo lo Spirito (perché certe cose accadono solo se si lascia lavorare Lui!), leggiamo il brano evangelico del giorno, un mio breve commento e poi silenzio. E ancora silenzio. Per ascoltare cosa il Signore vuole dire ad ognuno di noi. E proprio dal silenzio, qualche volta, viene condivisa una riflessione o una preghiera. Terminavamo con una preghiera insieme.

Che quarto d’ora è stato? Ve lo racconteremo nelle prossime puntate, a esperienza finita!

Per farvi intravedere il bello di quello che cercavamo (crescere nella fede e nel vivere di Dio), comunque, vi lasciamo alcune parole del Papa che ci hanno guidato e sostenuto.

“Esiste una modalità concreta per ascoltare quello che il Signore vuole dirci nella sua Parola e per lasciarci trasformare dal suo Spirito. È ciò che chiamiamo “lectio divina”. Consiste nella lettura della Parola di Dio all’interno di un momento di preghiera per permetterle di illuminarci e rinnovarci.     

(Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”)

P. Paolo Gurini

 

 

 

 

torna all'indice - Vita Nostra aprile 2014 - anno 9 numero 1