PASQUA, FESTA DI TUTTI

Quando eravamo ancora bambini, che cosa significava Pasqua per noi? Un bell'uovo di cioccolata con sorpresa, un dolce a forma di colomba, le vacanze dai nonni.
Crescendo abbiamo incominciato a interiorizzare: Pasqua è primavera, Pasqua è voglia di scuoterci e di cambiare.
Oggi che siamo diventati adulti, che cosa significa Pasqua per noi? Forse abbiamo già sulle labbra una risposta "teologica", forse non ci va di ripetere definizioni alte e profonde, ma che non toccano la nostra vita concreta.
Proviamo allora a interrogare la lista delle cose profane? Forse ci diranno qualcosa, hanno un senso pasquale. Prendiamo l'uovo, per esempio. Da sempre è simbolo di fecondità, di vita che sboccia. Se abbiamo il gusto del linguaggio simbolico, lo possiamo vedere come il sepolcro da cui sprizza fuori il Signore risorto. E la primavera, naturalmente, è pullulare di vita che si rinnova, che sgorga irresistibilmente dalle viscere della terra (ancora il sepolcro spalancato!).
Il bel tempo, i colori, tutto in questa

stagione comunica gioia e vitalità. Così come Cristo risorto ci infonde forza ed entusiasmo. Perfino le pulizie di casa, che le nostre brave mamme fanno in grande stile a Pasqua, possono diventare la liturgia domestica del rinnovarsi, del rinascere da capo per bene, con ordine.
E anche interiormente siamo fatti nuovi, rilavati nel sangue di Cristo e nella sua risurrezione, attraverso i sacramenti pasquali della Confessione e dell'Eucaristia.
Non temiamo di essere banali: anche la squisitezza del cioccolato, i colori della primavera, la cordialità degli auguri, tutto può essere riportato alla festa solenne di Pasqua.
Infatti da Cristo crocifisso e risorto viene a noi ogni abbondanza di grazia, ricchezza, dolcezza e gioia, ci viene il gusto della vita. E la colomba? Prodotto dell'industria dolciaria, la sua forma ci rimanda a qualcosa di ben più alto: è simbolo che raffigura lo Spirito Santo.
Sì, Pasqua è risveglio dal torpore, passaggio dalla morte alla vita, liberazione e speranza, è fiducia in noi stessi, risorti con Cristo Signore, è comunione profonda con lo

Resurrezione di Gesù - "Noli me tangere"
Giotto, Cappella degli Scrovegni

Spirito Santo.
Pasqua, la festa dei salvati, la festa anche di noi che un giorno abbiamo aderito alla sua chiamata per mezzo del Sacramento del Battesimo e per tanti anche per mezzo del Sacramento del Matrimonio. Questi due sacramenti, essendo segno dell'alleanza pasquale, comportano il "morire e risorgere" ogni momento. Gli sposi sanno bene che rinunciare ai propri comodi e ai propri spazi per l'altro è morire e risorgere; sforzarsi di accettare e condividere tutto con l'altro è morire e risorgere; perdonare le offese, le incomprensioni e i torti subiti è morire e risorgere; pensare prima al bene dell'altro che al proprio, accettare le sue povertà, è morire e risorgere; rius
cire a prevenire l'altro e ricercare prima la sua gioia piuttosto che pensare a soddisfare i propri istinti, è morire e risorgere; scegliere di essere famiglia aperta ai figli e al servizio dei meno fortunati di noi, è morire e risorgere.
Questa è la strada che ci porta, come i discepoli e le donne, a quella tomba, e anche noi la troveremo vuota… la vita, quella che si nutre dell'amore vero, non muore mai.

É questa la gioia che nessuno ci può togliere e che ci dà forza di riconoscerlo nei gesti quotidiani , di "essere testimoni dell'amore di Dio nel mondo". É la gioia della Pasqua, la gioia che dobbiamo condividere con tutti, perché è un bene troppo prezioso e grande che non possiamo trattenere solo per noi. A noi il compito di cogliere i piccoli segni di una nuova vita da condividere e che ad ogni festa di Pasqua si rinnovano. Se sarà così, Pasqua sarà vera festa per tutti.

Buona Pasqua

Padre Roberto e
sacerdoti collaboratori

Il Mosaico
di Cristo
Risorto nella
nostra chiesa

torna all'indice - Vita Nostra marzo 2007 - anno 2 numero 1