Una festa della comunità parrocchiale con il suo pastore
NOTE DEL FESTEGGIATO

E' sempre difficile parlare di sé, è sempre meglio se lo fanno gli altri. Richiesto, forse la cosa più facile è che tenti di esprimere con semplicità i sentimenti che sono più vivi nel mio cuore.

Che significato ha celebrare il compleanno di una persona? Noi, e anch’io, abbiamo la fortuna di avere accanto a noi tante persone; abbiamo la fortuna ancora più grande di avere delle persone che ci vogliono bene e a cui vogliamo bene. Ma gli impegni, la vita, la quotidianità, il lavoro, le tante incombenze, a volte anche le preoccupazioni, è come se facessero calare sui rapporti, anche su quelli più preziosi (basti pensare alla vita famigliare), come un velo di disattenzione. Succede così che il volersi bene, l’essere stupiti perché accanto a noi c’è una persona che ci ama e che noi possiamo a nostra volta amare, rimane in qualche modo implicito, non espresso. E così il nostro cuore, dentro questa situazione, si trova qualche volta privato del gusto di camminare e si fa sopraffare dalla “routine” quotidiana.

Per me la festa che è stata voluta dagli amici parrocchiani è questo: ricordare ciò che mi è stato donato. “Ricordare”, secondo l’etimologia latina, significa “tenere vicino al cuore” e “dare cuore”.

Ringrazio nuovamente gli amici parrocchiani per la partecipazione numerosa, piena di calore umano e di fraternità, alla messa (era un giorno feriale!), alla cena condivisa in salone parrocchiale. Grazie per le preghiere (anche di coloro che non hanno potuto essere presenti), per i regali (utili!), per le testimonianze di simpatia e di affetto e per le generose offerte che è mio desiderio destinare al fondo di solidarietà parrocchiale “P. Mario Mariani”. Sento anche la presenza di P. Mariani, P. Grandi, P. Giancarlo, Angelino e di tanti altri parrocchiani che hanno dato una luminosa testimonianza in mezzo a noi.

In questi giorni ho raggiunto il traguardo dei 70 anni! Devo dire che non li sento, anche perché a una certa età si diventa un po’ sordi …

A questo punto bisognerebbe tracciare un bilancio della mia vita cristiana. I primi 25 anni li ho trascorsi in famiglia (fino a 11 anni e poi nel seminario camilliano). Ringrazio i miei genitori per l’esempio di collaborazione ai disegni divini e la comunità camilliana che mi ha trasmesso lo Spirito di donazione ai malati e sofferenti. Gli altri 45 anni qui in parrocchia S. Camillo. Qui ho imparato, un po’ alla volta, a essere uomo, cristiano e sacerdote di Cristo e della Chiesa. Qui ho condiviso tutto: momenti di gioia e di dolore, successi e difficoltà.

Ho raggiunto gli obiettivi che mi sono proposto? Quelli personali li lascio al giudizio severo ma anche infinitamente misericordioso di Dio e chiedo perdono dei miei peccati e omissioni a voi sorelle e fratelli.

E gli obiettivi della comunità parrocchiale? Sono indicati negli Atti degli Apostoli (Lc.2, 42-47). La nostra è una comunità di fede, di preghiera e di carità?

In questi anni è cresciuta la partecipazione attiva nelle celebrazioni liturgiche. Quando qualcuno capita nella nostra Chiesa venendo da fuori percepisce spesso un clima di accoglienza e partecipazione non comune.

Anche la catechesi, soprattutto quella dei bambini, è sempre stata curata in un cammino esperienziale che coinvolge i genitori e la comunità intera.

La Catechesi degli Adulti in passato ha avuto una presenza più numerosa (gruppi nelle famiglie e in parrocchia): ora è da rivitalizzare, rinnovando modi e tempi (compatibili con i tanti impegni …). I giovani non mancano e animano con entusiasmo e responsabilità le messe, i gruppi formativi, gli scout e soprattutto il Grest che ancora quest’anno (210 presenze) è stato un momento forte di aggregazione e di letizia cristiana.

E la carità? All’interno della comunità e verso gli altri fratelli? La prima testimonianza è l’amore vicendevole: “Guardate come si vogliono bene”.

 

Il clima di “famiglia di famiglie” è cresciuto e si è consolidato, c’è amicizia vicendevole e anche momenti di vera comunione, ma si devono sempre combattere i peccati contro l’unità, “i peccati parrocchiali”. Papa Francesco ha detto mercoledì 3 Settembre: “Le nostre parrocchie, chiamate ad essere luoghi di condivisione e di comunione, sono tristemente segnate da invidie, da gelosie, antipatie e chiacchiere che sono sulla bocca di tutti; quanto si chiacchiera nelle parrocchie!”. Superare le divisioni è un ideale a cui tendere.

La carità verso gli altri? Bisogna constatare che negli ultimi 25 anni è cresciuta l’attenzione e la cura per il mondo della salute; la nostra comunità parrocchiale ha assimilato bene lo specifico carisma dei religiosi camilliani: la Casa di Accoglienza S. Camillo (con 15.000 persone ospitate!), l’Associazione Amici di S. Camillo, gli ottanta parrocchiani che servono pasti domenicali e le iniziative missionarie, sono espressioni concrete di carità verso le vecchie e nuove povertà. La carità verso gli altri si esprime anche in molti altri servizi di tanti parrocchiani disponibili (in chiesa, in patronato ..).

Veramente c’è tanto bene tra noi!

Voglio ringraziare tutti e in particolare P. Renzo e P. Paolo, miei confratelli, preziosi collaboratori, con i quali condivido la vita fraterna e la fedeltà alla nostra consacrazione religiosa camilliana.

Auguro un buon cammino cristiano nella grazia del Signore, pregando con voi e pregando per voi. Amen, Alleluia!

P. Roberto Nava

 


NOTE DI UN PARROCCHIANO

Ieri sera, alla festa per i 70 anni di P. Roberto, mi sarebbe piaciuto vedere, ospite di riguardo e graditissima, la mamma di P. Roberto, la signora Agnese. Un giorno di tanti anni or sono, mia moglie Anna l'aveva incontrata e salutata in canonica, in occasione di una sua visita al figlio (per la ricorrenza festosa del 25° di sacerdozio). In quell'occasione, Anna fu particolarmente colpita dalle frequenti raccomandazioni di mamma Agnese che chiedeva ai parrocchiani di S. Camillo di voler bene al suo P. Roberto, di aver pazienza con lui e di aiutarlo... Se fosse stata presente, ieri sera, si sarebbe resa conto che le sue raccomandazioni erano inutili: dal viso raggiante di gioia di P. Roberto avrebbe capito che egli si sentiva, nella nostra parrocchia, in famiglia: bene accolto, ascoltato e seguito... e lo dimostrava anche l'alta partecipazione dei parrocchiani, giovani e meno giovani, questi ultimi non molti, perché quelli della prima ora... o percorrevano già le grandi praterie fiorite del Paradiso o dovevano badare a se stessi; ma quelli ancora validi, erano presenti in massa!

P. Roberto ha raggiunto i suoi settant’anni, quarantacinque dei quali, praticamente una vita, passati nella nostra parrocchia dove è arrivato, fresco di ordinazione sacerdotale, con le mani che odoravano ancora del crisma con cui era stato consacrato sacerdote. Fu collaboratore dell'indimenticabile P. Mariani e, alla sua scuola, aiutato dal Signore e dalla collaborazione di tanti parrocchiani che vedevano nei sacerdoti i punti di riferimento della loro vita spirituale, ha imparato a condividere la vita con tutti: ha guidato e animato i giovani; è stato il promotore del Grest in parrocchia mostrando ai giovani, più grandicelli, come animare i coetanei. Il Grest è un periodo privilegiato che nel tempo è diventato, con i vari campi scuola, punto di crescita umana, religiosa e di apertura alla vita dei bambini/e, ragazzi/e che vi partecipavano.

P. Roberto si è sempre interessato alla vita del Centro Parrocchiale dove, in un ambiente sano, giovani e adulti potevano coltivare relazioni e sviluppare amicizie solide e vitali. Negli ultimi anni, questo settore della vita parrocchiale ha lasciato a desiderare: giovani e adulti hanno cominciato a disertare il Centro.

Ultimamente, grazie ad innesti freschi fra gli animatori, c'è speranza di vedere i giovani riprendere possesso del Centro e renderlo vivo con la loro presenza, le loro voci e canti e con la partecipazione a nuove attività.

Una parrocchia ricca, in tutti i sensi, della Casa di Accoglienza S. Camillo per i parenti dei malati ospiti dell'ospedale, ricca per l'Associazione degli Amici di S. Camillo; vicina a quanti si trovano nel bisogno, con il gruppo dei pranzi domenicali per le tante persone in difficoltà, con  l'attenzione ai malati e alle persone bisognose, che caratterizza i volontari della parrocchia che traducono con semplicità e naturalezza il carisma di S. Camillo.La festa ha riunito in Chiesa molti parrocchiani, per una Messa di ringraziamento al Signore, per i 70 anni di grazie e di attenzioni del Signore per P. Roberto e per una " riserva", mai eccessiva, di aiuti e di preghiere per gli anni di vita che il Signore riserverà al festeggiato. Al momento della preghiera dei fedeli, un parrocchiano della prima ora, ha sottolineato che P. Roberto, nel suo approccio personale con i fedeli, ha sempre fatto leva sull'amicizia che rendeva più facili le sue relazioni e i suoi legami con i parrocchiani.

Riconosco a P. Roberto il merito di avere sempre assecondato e valorizzato il desiderio di quanti volevano e vogliono collaborare alla vita della comunità; la parrocchia, secondo P. Roberto, è la grande famiglia che accoglie e permette a tutti di inserirsi in essa e di trovare il posto giusto per manifestare i propri doni, collaborando con gli altri per realizzare le iniziative in atto. Dopo la Messa, la festa è continuata per circa due ore nel salone del Centro Parrocchiale, dove si sono trovate quasi tutte le persone che avevano partecipato alla Messa, per consumare una cena "stile picnic", condita dalla gioia di stare assieme, di sentire il calore umano e di sperimentare il senso di fraternità che univa i presenti (come ha notato bene P. Roberto quando, la domenica successiva, ha ringraziato i partecipanti alla festa). Tutti i presenti hanno apprezzato, gustato e gradito il meglio che le signore della parrocchia, spontaneamente, avevano preparato... c'era cibo per tutti i gusti e, come una cena che si rispetti è ben riuscita quando ha soddisfatto tutti e si raccolgono resti abbondanti, anche la nostra cena per la festa di P. Roberto, è stata ricca di cibo e di leccornie varie e di avanzi abbondanti.

Anche se non sono state superate le dodici ceste di avanzi, raccolti dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, i vassoi riempiti con i resti della cena parrocchiale non hanno per niente sfigurato rispetto al racconto evangelico: tanto cibo era stato raccolto nel racconto evangelico e tanti vassoi sono stati riempiti alla fine della cena. Il bello della cena è stato il clima sereno, gioioso che i convitati hanno respirato, senza preoccuparsi di niente, desiderosi solo di passare alcune ore in sana armonia e gioire della parrocchia, famiglia aperta alle altre famiglie.Tutti i presenti sono stati soddisfatti e contenti per la bella riuscita della serata: apprezzato il self service che ha permesso a tutti di assaggiare piatti nuovi, la semplicità e la familiarità delle relazioni con i commensali vicini, forse mai visti prima, ma felici di essere assieme a festeggiare una persona amata. Si sono fatte conoscenze nuove, si sono viste famiglie con i figli fare cerchio e stringersi attorno al sacerdote.

Viene naturale pregare il Signore di concedere a P. Roberto di raggiungere altre mete... non solo gli 80 anni previsti dal Salmista, ma anche mete più avanzate, grazie ai ritrovati della medicina moderna.

Gaetano Meda 

 

torna all'indice - Vita Nostra ottobre 2014 - anno 9 numero 3