Il patrimonio dei ricordi RENATA OMERI SETTE |
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RENATA nel ricordo delle amiche |
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Lo scrittore e umorista inglese Jerome K. Jerome ha affermato: “Possono definirsi VERAMENTE AMICHE soltanto quelle persone che siano riuscite a superare una vacanza insieme”! Anche se, per noi (Graziella, Franca, Malvi, Adriana, Gabriella… ), amicizia è molto di più: è ascolto, dialogo, sostegno, aiuto reciproco, comprensione, rispetto, gioia di stare insieme, non solo in una vacanza (!), possiamo confermare ad oltranza la provocazione dell’umorista inglese! Adriana Pasqual ed io ben sette vacanze le abbiamo, non dico superate, ma vissute allegramente INSIEME CON RENATA, fino ad allargare la compagnia formando una “combriccola di cinque vedove in vacanza” con Maria Ferriani e Luciana Toffano! E avremmo continuato ancora, godendo della compagnia di Renata, coordinatrice del gruppo, ispiratrice di proposte liete con il suo brio spumeggiante di Triestina! Ma Renata era per noi tutto questo anche nel quotidiano di Padova e della parrocchia. Renata era sorgente di serenità, sempre allegra, disponibile, ottimista, positiva, pronta allo scherzo, al gioco, alla barzelletta, capace di vedere il lato buono delle persone e delle situazioni, entusiasta nell’accettare inviti a pranzi o a cene, dove se anche tutti i commensali, alla fine, rifiutavano una “graspetta”, lei era sempre pronta ad accettare un bicchierino alcolico esclamando però, con piglio birichino: “Certo! Ma … un picio jozo!”. Franca e Malvina ricordano, ora con struggente nostalgia, le escursioni in montagna e le lunghe vacanze sulle Dolomiti con i figli e le figlie piccoli, i viaggi in Turchia, alle Cinque Terre, in Austria, in Baviera … dove anche i contrattempi (a sera tarda hanno trovato l’albergo chiuso!) non hanno mai provocato rotture, risentimenti o litigi, ma sono stati motivo di allegria, spirito di adattamento e di avventura e, alla fine, spunto per interminabili, spassose risate, anche a distanza di anni! |
Con Renata ci sentivamo sempre in festa! Con lei sprizzava sempre la GIOIA DI STARE INSIEME! Arrivate ad Asiago, nella Casa per Ferie della Diocesi di Padova, dove abbiamo trascorso le ultime sette vacanze, non proponeva una passeggiata nell’aria balsamica dei boschi vicini, ma subito un’incursione nell’affollato magazzino cinese, per trovare cappelli, ventagli, nastri, paludamenti esotici per far ridere tutti gli ospiti dell’albergo il giorno di Ferragosto. Un anno apparve vestita da Hawaiana, un altro da Sultana, un altro da Damina… Ma Renata non era solo l’amica “solare” e caciarosa delle ore del divertimento e della convivialità, che si giustificava dicendo: “Che colpa go mi se son nata in Carneval!!!”, ma aveva fatto anche un suo cammino spirituale verso una ricerca profonda e seria e una comunione con Dio, che l’aveva portata, negli ultimi anni, ad incominciare ogni giornata con la S. Messa. Ogni mattina non mancava mai alla preghiera Eucaristica! Me la vedo ancora, devota, seria, in preghiera per i suoi cari e per il mondo intero, ma anche pronta a strizzarmi l’occhiolino o a stringermi più forte la mano alla conclusione del Padre Nostro! Ma dopo ogni S. Messa o dopo l’incontro di Catechesi del lunedì, ci trascinava tutte al bar, per un CAFFÈ INSIEME, dando ragione ad un personaggio del regista asiaghese Ermanno Olmi che nel film “I Cento Chiodi” afferma: “Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con gli amici!” Renata cara, ci manchi tanto! Ma siamo sicure che ci ritroveremo tutte nella pienezza di Vita e di Gioia della casa di Dio! Gabriella Gambarin |
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Nel linguaggio degli addetti, il team che lavora in una cucina è indicato col nome di “brigata” e, chi frequenta o ha frequentato la cucina della nostra parrocchia, sa che durante la preparazione di un pranzo, in Salone o fuori, le signore e i signori che vi operano si muovono secondo compiti e attività pianificate e ben sincronizzate: tutti lavorano, preparano, spostano, puliscono, verificano gli stati di avanzamento delle cotture e delle preparazioni. E tu dici “varda come e pedala” e anche “ghe n’è una che dirige ma tute staltre core!”. Se poi, fra tante attività, ad un certo punto, ti accorgi di una Signora bionda con un rosso naso da clown e una bocca posticcia altrettanto rossa ed esageratamente gonfia, oppure vedi spuntare uno strano cappellino con piume e svolazzi e vistose collane, allora ti metti a ridere di gusto e dici: “ecco, è la Renata, con uno dei suoi stravaganti abbigliamenti”. Ecco allora che salta fuori il suo carattere allegro e disponibile e, subito, quella “brigata” si trasforma e ti accorgi che sono presenti anche l’amicizia, la forza della collaborazione e della dedizione, il “voler far bene” e la serenità in un Gruppo che si offre alla propria Comunità per fare festa. E Renata, questo suo innato spirito di allegria e di disponibilità, lo ha tirato fuori da sempre, fin dal 1970 quando nacque, e poi cominciò a crescere, il “Gruppo Ricreativo” all’interno della Comunità di San Camillo. Oggi ricordiamo Renata per la sua allegria, il suo brio, la sua generosità, la sua parlata triestina, le sue battute, ma certo non possiamo dimenticare quelli che, insieme a Lei, cominciarono a preparare i primi panini e le prime pastasciutte per i ragazzi e per chi giocava a calcio da noi: i loro nomi (tutti ancora presenti) e il loro esempio sono le fondamenta che ancora sostengono il nostro Patronato che oggi è un po’ in crisi. Gianpaolo Benatti |
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