CASA DI ACCOGLIENZA, TEATRO DI VITA VISSUTA

In ogni realizzazione teatrale che abbia dignità artistica, la vita degli esseri umani viene rappresentata nei suoi vari aspetti, ora tragici ed ora comici, ora divertenti ed ora tristi, ora leggeri ed ora drammatici.

Nella Casa di Accoglienza le vicende degli ospiti danno luogo da vent’anni non già ad una rappresentazione della vita, ma a vera vita vissuta, che spesso privilegia gli aspetti drammatici e talvolta tragici, ma che, per fortuna, a volte concede momenti di serenità per la salute recuperata, e momenti di calda fraternità per chi condivide speranze di guarigione.

Il parallelo col teatro serve qui, però, per raccontare che anche in Casa di Accoglienza, come negli allestimenti teatrali, ci sono:

· un autore

· un regista

· un produttore

· un aiuto alla produzione

· gli operatori alle macchine

· un addetto agli impianti elettronico-informatici

· un addetto alle luci

· un controllore della produzione e delegato ai rapporti istituzionali

· gli attori.

I volontari che prestano il loro servizio in Casa di Accoglienza individueranno subito, dietro alle figure su elencate, i nomi di chi svolge quel ruolo.

Lo scopo di questo racconto è quello di descrivere i compiti ed il lavoro svolti da queste figure, in modo che anche chi non presta la sua opera nella Casa di Accoglienza possa un po' rendersi conto di come si svolgono la vita e l'organizzazione nella Casa.

È opportuno perciò premettere, per chi non avesse mai messo piede in Casa di Accoglienza, come questa è strutturata, in modo che si abbia anche vagamente una visione del “palcoscenico” in cui si svolge la nostra rappresentazione. In realtà non si tratta di una Casa, ma di due: la cosiddetta “Casa madre” e “Casa 2”.

La prima, inaugurata nel 1998, occupa il primo piano dell'edificio compreso tra la canonica e il Centro parrocchiale S. Camillo. A questo piano ci sono un'ampia sala per la segreteria, un salotto con tre divani ed un tavolo, una grande cucina molto ben attrezzata, con frigoriferi, freezer, forni elettrici ed a microonde, dove si può cucinare e mangiare. Con una scala interna si raggiunge un secondo piano, in cui si trovano nove stanze a due letti, ciascuna dotata di un bagno. “Casa 2” è partita cinque anni dopo, concessa dal Comune di Padova per un affitto annuale simbolico; si trattava della casa del bidello della scuola elementare “S. Camillo”, da tempo inutilizzata per assenza del bidello. Sviluppata tutta al piano terra all'interno di un giardino, contiene tre stanze a due letti con bagno ed una cucina che, pur di dimensioni ridotte rispetto a quella in Casa madre, è pure molto ben attrezzata. Le due case distano una dall'altra poco più di cento metri.

Ora che ci possiamo raffigurare il “palcoscenico” dove si svolge il nostro racconto, veniamo ai protagonisti. Cominciamo quindi dall'autore, ovvero, colui che ha ideato l'opera, dandole l'impronta e lo stile che, in questo caso, è lo stile dei Camilliani. La scelta fatta dall'autore quando l'opera venne realizzata fu di tenere tutto l'impianto strettamente legato alla parrocchia di S. Camillo. Il fatto che dopo venti anni questo “palcoscenico” continui ad essere molto ambito da moltissimi attori è una conferma che la scelta dell'autore fu quella giusta.

Continuiamo poi con quello che è sicuramente il ruolo più importante, ovvero quello della regia. Il regista, o meglio, la regista, è il perno di tutta l'attività, perché deve raccogliere e gestire le prenotazioni, organizzare i turni delle pulizie, fare gli ordinativi per il materiale di consumo, e molto altro. A differenza di quanto avviene in un albergo, quasi sempre chi vuole essere ospitato in Casa di Accoglienza sa quando entra, ma non sa quando esce, perché ciò dipende dalle dimissioni del congiunto dalle strutture ospedaliere, quindi dal decorso della malattia o post-operatorio. Se la richiesta di ospitalità avviene molto per tempo, la regista prende una pre-prenotazione che sarà confermata tre giorni prima dell'entrata nella Casa, salvo impedimenti di forza maggiore. Questo processo è quasi sempre, come si può facilmente immaginare, molto complicato, trattandosi di 24 posti letto da gestire in contemporanea. Solo la grande esperienza e la continua attenzione della regista consentono di far fronte a questo impegno. Come detto, le prenotazioni non sono il solo incarico della regista, che provvede anche a registrare gli ospiti al loro arrivo, acquisendo i documenti e la certificazione ospedaliera del ricovero del congiunto, organizza le pulizie delle stanze e dei locali comuni, lo stiro di lenzuola e asciugamani, segnala agli addetti eventuali problemi a riscaldamento, condizionamento, impianto elettrico e quant'altro serve per il funzionamento della Casa. Provvede anche a fornire agli ospiti che ne abbiano bisogno culle, passeggini, coperte in più o altri aiuti per un soggiorno confortevole. Inoltre, la regista tiene giorno dopo giorno nota di tutte le entrate e le uscite che non siano i bonifici bancari, cui provvede invece il produttore. Tra le uscite importanti per la gestione corrente c'è, come si può facilmente immaginare, quella per i detersivi.

Veniamo quindi al “produttore”, il cui scopo, detto in estrema sintesi, è quello di rendere possibile ed agevole il lavoro di quanti operano nella Casa e di mantenere la Casa funzionale. Provvede quindi all'ammodernamento dei locali e delle attrezzature. Ad esempio, negli ultimi anni sono state completamente rifatte le cucine, sia nella Casa madre che in Casa 2, ed è stato rinnovato il “parco materassi”. Il produttore ha poi “le chiavi della cassa”, ovvero gestisce on-line i bonifici per pagare fornitori, tasse (e.g. la TARI), il personale stipendiato e quant'altro occorra. È anche per le iniziative e gli interventi adottati negli ultimi anni su iniziativa del produttore che la Casa continua ad essere efficiente e ospitale, aggiornata con i tempi. Non ultima tra le iniziative è stata l'assunzione di due collaboratrici part-time, che rientrano tra quelli che abbiamo definito “operatori alle macchine”. È poi compito centrale del produttore quello di tenere aggiornata, settimana dopo settimana, tutta la contabilità in entrata ed in uscita in modo informatizzato... e quando i saldi dei conti fatti per via informatica coincidono con i saldi dei conti fatti a mano dalla regista è sempre una piccola soddisfazione.

“L’aiuto alla produzione” è un altro volontario che affianca il produttore in alcuni dei suoi compiti e che tiene i rapporti con la banca. Tra i compiti condivisi c'è quello di segnalare alla Questura gli ospiti extra-comunitari, ed anche gli ospiti comunitari che hanno permanenze oltre al mese, in ottemperanza alle prescrizioni della Polizia di Stato. È questo un impegno diluito nel tempo, ma non indifferente, visto che quest'anno sono state fatte circa 60 segnalazioni. Si è iniziato poi da poco lo smaltimento dei documenti sensibili (copie di carte d'identità e passaporti, certificati di ricovero, etc.) accumulati negli anni, acquistando una macchina che trasforma i documenti in “coriandoli” che possono poi essere tranquillamente smaltiti nei cassonetti.

Veniamo ora agli “operatori alle macchine”, dove per “macchine” si intende il ferro da stiro, due lavatrici ed una asciugatrice, il mocho, l'aspirapolvere, martello e cacciavite e, per essere realisti, il famoso “olio di gomito”. Gli “operatori” sono alcune volontarie, un volontario e due collaboratrici regolarmente assunte, che hanno tra i loro compiti quello di provvedere al lavaggio e allo stiro delle lenzuola e di altra biancheria. La qual cosa è di un notevole impegno, se si pensa che la permanenza media di un ospite è inferiore alla settimana, e chi resta più a lungo ha il cambio di lenzuola ed asciugamani ogni sette giorni. Ciò comporta che ogni settimana ci sia una mole imponente di lenzuola ed asciugamani da lavare e stirare. Queste volontarie hanno anche il compito fondamentale di fare le pulizie, sia degli ambienti comuni (cucina, sala tv, lavanderia) che delle stanze una volta che vengano liberate. In questo caso le pulizie prevedono una disinfezione, bagni inclusi, per garantire il massimo dell'igiene agli ospiti. Recentemente è stata acquisita una macchina per le pulizie di pavimenti, vetri, zanzariere, tappeti, coperte e quant'altro, che funziona a vapore ed aspirazione; uno degli elementi che ha indotto all'acquisto è che viene usata anche al Centro Iperbarico, dove i requisiti di igiene sono massimi. Il volontario “operatore alle macchine” cura la manutenzione delle case e quindi con martello e cacciavite ripara rotolanti, armadi, letti, specchi, sciacquoni, impianti idraulici e quant'altro, nelle due Case, presenti gli acciacchi dell'età. Cose che fanno spesso i padroni di casa nelle loro case; la differenza è che qui è come se fossero quattro case tutte assieme ad aver bisogno di manutenzione.

“L'addetto agli impianti elettronico-informatici” è un esperto di hardware e software dei computer; ha elaborato un programma apposito per tenere la contabilità della Casa, con codici numerici conformi a quelli adottati per il rendiconto economico della Parrocchia. Come ben sa chi usa sistematicamente un computer, queste macchine presentano spesso problemi nella gestione quotidiana, per cui la presenza di questo volontario torna estremamente utile per risolvere le “grane informatiche”.

C'è poi “l’addetto alle luci”, ovvero il volontario che controlla e sistema l'impianto elettrico ed i collegamenti telefonici ed alla rete informatica. Oltre all'ordinaria manutenzione di questi impianti, ha provveduto anche alla sistemazione degli impianti elettrici delle cucine rinnovate, quella nella Casa madre in gennaio 2018 e quella in Casa 2 nel novembre 2019, fornendo in questi casi una prestazione professionale.

Veniamo infine - gli inglesi hanno l'espressione “last but not least”, che non ha un parallelo italiano adeguato - al “controllore della produzione e delegato ai rapporti istituzionali”. A questo volontario viene fornita, al termine di ogni mese, la documentazione degli ospiti transitati, di cui conserva i dati essenziali nel computer e da cui trae le informazioni utili per elaborare statistiche di vario genere: provenienza regionale degli ospiti, loro permanenza media nella Casa, numerosità per fasce d'età e dei nuclei famigliari, etc. Questo volontario, essendo stato per molti anni una delle colonne portanti della Casa, ha maturato una grande esperienza, utile per gestire i casi difficili che si presentano non di rado, da chi ha difficoltà nel pagare, a chi vuole restare nella Casa senza essere più nelle condizioni per poterci restare. A volte sono stati necessari contatti con la Questura ed i Carabinieri, per risolvere in modo “morbido” qualche situazione delicata.

Ci sono poi gli “attori”: non possono essere che gli ospiti. Sono più di mille ogni anno che passano per la Casa, di ogni età (da pochi mesi a molto anziani) e di diversa provenienza (molti dal sud Italia, molti dai Balcani, alcuni dal nord Africa, qualcuno da oltre oceano). Le strutture ospedaliere padovane li attirano, o perché dove risiedono le strutture sanitarie pubbliche sono carenti, o perché alcuni settori dei nostri ospedali sono di riconosciuta eccellenza a livello internazionale, non ultimo per l'attività di trapianti di organi. Con alcuni degli ospiti i volontari allacciano un rapporto di confidenza, con altri mantengono un riservato distacco, a seconda dei caratteri e dei bisogni. Certo è che partecipare anche marginalmente allo svolgersi della vita di tante persone in difficoltà, spesso in profonde ambasce, rende chiunque meno egocentrico e più attento al prossimo. Sempre consapevoli che si lavora “nelle retrovie”, e che chi è “in trincea” sono i medici e il personale paramedico.

Luigi Salce

 

 

 

     
  

torna all'indice - Vita Nostra aprile 2020 - anno 15 numero 1