Il Patrimonio dei Ricordi
LUIGINA E BRUNO

Luigina e Bruno Mazzo ci hanno lasciati lo scorso anno, a pochi giorni di distanza uno dall’altro. Come ricordarli? Ci abbiamo provato chiedendo un contributo a diverse persone. Da questi diversi punti di vista speriamo esca l’affetto e la riconoscenza dei singoli e della comunità parrocchiale.

  la redazione

Hanno lasciato un segno

Luigina e Bruno hanno certamente lasciato un segno nella nostra Parrocchia. Sono stati esempio di coppia fedele, di cristiani veri e disponibili, accoglienti e sorridenti. Per 35 anni Luigina ha fatto la Catechista; loro due insieme hanno sempre partecipato attivamente sia al Gruppo di Catechesi dell’Antonianum che al Gruppo di Catechesi di casa Cagol. Tutt’ora ricordo le discussioni e la sofferenza che Luigina viveva quando i temi su cui si discuteva erano le ingiustizie e la sofferenza; un’espressione tipica di Luigina era “mi non capisco parchè …”: chi sa se nella sua progressiva e crudele malattia ha trovato la risposta che ha sempre cercato. Bruno, fedelmente e silenziosamente, per molti anni ha messo a disposizione della Casa di Accoglienza le sue competenze di controllo e di tenuta dei conti.

Hanno lasciato un segno anche nella nostra vita. Tanti anni fa, era una domenica mattina, Bruno e Renato (altro grande amico)  hanno proposto a noi, che da poco e saltuariamente venivamo in San Camillo, di entrare e vivere nella nostra Parrocchia: da qui è nata una grande e duratura amicizia. È stata Luigina che un giorno ha indicato a Marina la possibilità, poi concretizzatasi, di acquistare un appartamento (che è la nostra attuale casa) nel loro stesso condominio e qui entrambi sono stati punto di riferimento per vivere positivamente le vicende che la piccola comunità condominiale saltuariamente impone.

Entrambi sono stati stimolo, occasione, accoglienza e formazione per conoscere, amare, gustare le nostre montagne… è passato tanto tempo ma un caro ricordo è rimasto!

Gianpaolo e Marina

Coppia guida e nel Coro

Nonostante siano trascorsi molti anni (per l’esattezza 47: mamma mia come passa il tempo!), ricordiamo ancora molto nitidamente il nostro primo incontro con Luigina e Bruno. All’epoca io e Mauro eravamo due giovani ragazzi che cominciavano a fare un progetto di famiglia ed abbiamo conosciuto due coppie di sposi che mettevano a disposizione la loro esperienza per aiutarci a crescere. Così ebbe inizio la nostra “catechesi dei fidanzati” insieme a Luigina e Bruno, Luisa e Gaetano Malesani che ci accompagnarono fino al matrimonio unitamente ad altre 3 coppie di giovani.

Il ricordo più bello è legato alle nostre serate, da giovani sposi, nel nostro piccolo bilocale ammobiliato: ognuno si portava da casa la sua sedia, perché non ne avevamo a sufficienza per tutti. Luigina sempre con il suo dolce sorriso, Bruno con la sua capacità di ascoltare (non è mai stato un chiacchierone!). È stata, per noi, un’esperienza fondamentale per la nostra vita di coppia e di relazione. L’amicizia nata da quegli incontri ci ha tenuti legati anche negli anni successivi. Sono stati modello di generosità e ci sono sempre stati accanto nelle vicissitudini della nostra famiglia, con discrezione e tenerezza.

Io, personalmente, ho avuto anche il piacere di condividere con Bruno la passione del canto. Al Coro lui era arrivato molto prima di me (è stato uno dei primi ad “arruolarsi” fra i cantori diretti da Padre G.M. Rossi) ma, nel corso degli anni, fino a quando ha potuto essere presente ai nostri appuntamenti del giovedì sera, abbiamo condiviso la gioia di cantare, la fatica dell’apprendere, il chiasso e la baldoria delle feste di compleanno, la spensieratezza delle trasferte fuori casa e tante, tante altre emozioni. Sempre taciturno, sempre pacato e, indubbiamente, un buon amico!

E poi c’è anche il ricordo di Bruno, per molti anni alla cassa delle Feste della Comunità, disponibile e attento, punto di riferimento con la sua serenità.

Nell’arco di pochi giorni, Luigina e Bruno, se ne sono andati, uno dietro all’altro, quasi a non voler separare la loro coppia che è stata, per noi e per molti altri, testimonianza di amore, di rispetto e di fedeltà reciproci. Grazie amici! Vi porteremo nei nostri cuori.

Anna e Mauro Feltini

Ricordando l’amica Luigina

Mi fa piacere ricordare Luigina che nel 1969 è entrata a far parte della nostra comunità Parrocchiale di San Camillo. Quando arrivò tra noi si fece notare per il suo sorriso: Padre Mariani, parroco indimenticato di allora, diceva che assomigliava alla Madonna. Si mise subito a disposizione della Comunità di cui divenne una preziosissima Catechista dei bambini che si preparavano a ricevere i Sacramenti dell'iniziazione cristiana.

Con lei ho condiviso catechesi, incontri di spiritualità, momenti di festa della Comunità, così come gioie e dolori della stessa. Luigina era sempre disponibile e pronta ad ascoltare ed aiutare chi ne avesse bisogno. Era un'amica discreta e tranquilla, seppure sosteneva con forza le sue convinzioni. Ma il periodo dell'anno in cui trascorrevamo il tempo più spensierato e felice era il mese dì agosto, in cui alcune nostre famiglie (Mazzo, Malesani, Bisaglia e i Sette) si trovavamo insieme nello splendido Cadore, circondato dalle meravigliose Dolomiti, che al sorgere e al calare del sole cambiavano colore passando dal rosa al violetto, al giallo oro o all'arancione. Eravamo un po' sparsi: Villanova, Chiapuzza, Zuel, ma ci trovavamo a casa mia o dai Sette, per decidere il da farsi in certe giornate. Fossero picnic, gite lunghe e impegnative o addirittura ferrate, il tutto con figli appresso.

Luigina era famosa per i suoi dolci! Nel corso degli anni abbiamo formato un gruppetto di amiche (dette anche "Maranteghe"), e ogni compleanno di ciascuna era festeggiato con un pranzetto, una cena o una merenda.

Anche quando si ammalò e fu costretta in sedia a rotelle, c'era sempre ai nostri appuntamenti e si sforzava di donarci ancora il suo sorriso. Mille sarebbero gli episodi che potrei raccontare, ma non c'è spazio.

Non è da tutti conoscere e frequentare una persona come lei e la sua bella famiglia, per cui mi ritengo fortunata di aver avuto questo privilegio.

Franca Arcieri Bisaglia

Un bene raro e prezioso

Era l’anno 1971, la Parrocchia cresceva rapidamente e l’arrivo di tante giovani coppie aveva creato un fermento creativo che il Parroco Padre Mariani colse e favorì sempre. La formazione cristiana delle giovani generazioni era un aspetto fondamentale nella vita parrocchiale e così Padre Mariani volle coinvolgere molte mamme, chiedendo loro di diventare catechiste. Conobbi così Luigina che si distingueva fra tutte per la sua sobrietà e riservatezza. Formammo le prime tre classi di catechismo, un primo ciclo che terminò con la preparazione al Sacra-mento della Conferma-zione.

Il nuovo cappellano, Padre Roberto, diede la sua piena disponibilità a partecipare ai nostri incontri formativi setti-manali. Fu un’esperienza unica, che mi diede la possibilità di approfondire il mio rapporto con Luigina e di trasformarlo in un’amicizia profonda. La sua disponibilità all’ascolto, la saggezza e la sua visione permeata di spirito ecumenico l’hanno fatta diventare un punto di riferimento importante che mi ha seguito per tutta la vita.

Molto più tardi sono arrivati gli anni della malattia, assai difficili da accettare, ma Luigina continuava a pregare la Madonna della quale è sempre stata particolarmente devota, affinché le desse la forza di sopportare le inevitabili limitazioni. Pian piano le forze le sono mancate, ma non ha mai cessato di seguirmi con il suo affetto. Faticava a parlare, ma anche nei nostri ultimi incontri mi chiedeva "Come stanno le ragazze?”, “Come sta Lucia?”, la sua figlioccia prediletta.

Un bene raro e prezioso questa amicizia, ringrazierò sempre il Signore per averla ricevuta.

 Graziella Donadelli Zanovello

Bruno in Casa di Accoglienza

Alla Casa di Accoglienza Bruno era di casa, di più, era diventata la sua seconda casa. Ne era stato tra i primi operatori volontari, da quando padre Roberto gli aveva affidato la gestione economica, in virtù della competenza che gli derivava dalla sua attività di bancario, da poco lasciata. Con precisione, diligenza e regolarità registrava le entrate dei contributi degli ospiti, controllava ed approvava le uscite per le spese utili alla conduzione della Casa, che Maria Vittoria gli sottoponeva quasi con timore reverenziale, temendo la risposta scontata: ma sono proprio necessarie?

Si occupava sia del pagamento delle fatture, dei regolari rapporti con la banca, della rendicontazione economica per il bilancio finale della parrocchia, ma si offriva anche per compiti di piccolo cabotaggio, come acquisti di cancelleria, francobolli o lampadine, esempio di disponibilità e servizio. 

Il suo servizio presso la Casa di accoglienza è proseguito con efficienza, regolarità e costanza per una quindicina d’anni; ma anche successivamente, quando per alcune difficoltà legate all’età e a problemi di salute, è stato affiancato da altri volontari, ha voluto essere ancora presente. Le sue frequentazioni, via via sempre più rare, avevano per noi che lo osservavamo con affetto, l’apparenza di un rito rassicurante. Si annunciava suonando il campanello (ultimamente non usava più il voluminoso mazzo di chiavi che aveva sempre con sé), saliva lentamente le scale e si posizionava, come aveva fatto per tanti anni, nella solita sedia davanti alla scrivania, consultava con fare pensieroso il tabellone delle presenze, chiedeva a Maria Vittoria se ci fossero posti liberi, se ci fossero dei contanti da portare in banca, ascoltava i nostri discorsi, ma immerso nei suoi pensieri, e dopo un po', compiuto questo rito, che a noi sembrava gli desse serenità, ci salutava.  Ti ricordiamo con affetto.

 Francesco, Maria Vittoria, Luigi, Mario

Un’amica che porto nel cuore

Ci conoscevamo già da ragazze, ma ritrovarsi nella stessa parrocchia dopo tanti anni è stata una bellissima sorpresa. È riuscita a convincermi a prendere l'impegno del catechismo ai ragazzi (Luigina era già catechista da anni), con grande dolcezza, ma anche facendomi capire che era quasi un mio dovere e che lei mi sarebbe sempre stata vicina.

Finiti gli anni del catechismo, mi ha convinto un'altra volta a fare servizio in patronato. Anche quegli anni furono molto belli, a contatto con tanti ragazzini e impegnate nella vendita di tanti "ciuciessi" come noi chiamavamo i vari dolcetti.

In patronato la nostra amicizia si è rinsaldata ancora di più e, tra i lavori a maglia e lo scambio di ricette di cucina, parlavamo anche di cose più serie!

A Luigina devo molto, anzi moltissimo, perché mi ha fatto conoscere la gioia della vita in parrocchia. Aveva la capacità di non dire mai di no quando si presentava l'occasione di fare del bene.

Annalisa Lorini

Qualche ricordo dei nonni.

Il primo ricordo del nonno che volevo raccontare risale a quand’ero piccolo.

Il nonno aveva una grande passione per il ciclismo e da questo deriva la sua fantastica bici rossa da corsa. Un giorno, durante uno dei suoi giri in bici, era venuto fino a casa nostra.

Io ero piccolo ed il fatto che fosse venuto in bici fino a casa nostra mi aveva molto impressionato, perché mi sembrava proprio come i ciclisti che si vedono nelle gare in televisione. Devo anche ammettere che parte di quella passione per la bici, volente o nolente, me l’ha trasmessa e devo dire che è proprio una cosa stupenda!

Anche il secondo ricordo risale a quand’ero piccolo e si rifà sempre ad un’altra grande passione del nonno, la montagna!

Quand’ero piccolo facevamo quasi ogni anno qualche giorno in montagna con i nonni ed il nonno, nonostante l’età, veniva a fare i rifugi con noi (ed era anche sicuramente più in forma di noi). Una volta siamo andati a fare il rifugio Galassi; per chi lo conosce, per raggiungere questo rifugio si arriva prima ad una forcella e poi si scende fino ad arrivare appunto al rifugio. Quella volta io ero andato avanti con il nonno che, dopo tutte le camminate/ferrate che ha fatto nella sua vita, conosceva benissimo la strada, mentre indietro c’erano i miei genitori con mia sorella. Noi eravamo arrivati alla forcella, quindi mancava veramente poco al rifugio, quando al nonno arrivò una chiamata da mio papà perché loro avevano sbagliato strada e quindi dovevamo tornare indietro (che amarezza!). In quella stessa vacanza il nonno mi aveva anche scolpito un bastone (che possiedo tutt’ora) con una grande precisione che probabilmente derivava anche dal suo lavoro che svolgeva con passione tutti i giorni.

Della nonna volevo invece raccontare un breve ricordo che fa sorridere, ma che allo stesso tempo mostra tutta la sua forza. Durante gli ultimi anni in cui la malattia era avanzata, un giorno siamo andati a trovarla con i miei fratelli. Quando siamo arrivati, lei guardò mio fratello e inaspettatamente (ormai non parlava più) gli disse con voce molto arzilla: “Ara che bel giovanotto!”. Ora, è vero che le nonne hanno occhi solo per i nipoti, però questo mostra che lei è stata sempre presente anche quando forse noi non ce ne rendevamo tanto conto.

Francesco

Ricordare mamma Luigina e papà Bruno…

… è ricordare una vita passata assieme nell’amore, è ricordare una coppia, come ce ne sono state tante altre loro coetanee, esempio di fedeltà, profonda unione e condivisione di una vita intera; come si dice nelle promesse matrimoniali “nella gioia e nella malattia…”.

Si sono conosciuti all’Antonianum, dai Gesuiti, entrambi con un vissuto provato dalla perdita della mamma, per Luigina a 16 anni, e del papà e di uno dei sette fratelli, per Bruno. Questo vissuto li ha segnati nel carattere, ma li ha anche uniti e resi forti nell’affrontare il loro futuro. Hanno sempre frequentato i gruppi familiari dell’Antonianum, papà ha cantato nel coro Tre Pini e quando si sono trasferiti a San Camillo si sono inseriti partecipando attivamente ai gruppi in parrocchia, guidando poi le giovani coppie che si preparavano a ricevere il sacramento del matrimonio. Luigina è stata a lungo una catechista, impegno che ha sempre svolto con passione e dedizione, Bruno ha continuato a cantare nel coro della Parrocchia e - dopo la pensione - ha dedicato il suo tempo alla gestione della Casa di Accoglienza.

La Parrocchia di San Camillo è stata sempre un’estensione della loro famiglia, ricordiamo con quanto orgoglio dicevano ad amici e conoscenti che San Camillo era la loro Parrocchia e Padre Roberto il loro Parroco: si sono sentiti parte “viva” di questa bella comunità e hanno ricevuto tantissimo. Ci piace qui ricordare le tante amicizie sincere e vere che hanno coltivato e alimentato in tutti gli anni; parrocchiani che sono stati presenti e vicini a loro anche negli ultimi periodi, i più difficili, legati alla lunga malattia di mamma. A noi figli rimarrà sempre nel cuore il sorriso di mamma e papà, ed il ricordo della loro capacità di saper accogliere tutti con umiltà, disponibilità nell’ascolto e nella comprensione.

Per noi figli sono stati una grande testimonianza di una fede vissuta con convinzione, di un amore forte che li ha sempre tenuti uniti anche nei momenti difficili, di una vita insieme vissuta in semplicità e sobrietà.

Alberto e Luisa

Un punto di riferimento

Da quando sono rimasta sola, Bruno e Luigina sono stati un costante punto di riferimento. Mi sono sempre stati vicini, assicurandosi che stessi bene e porgendomi il loro aiuto nei momenti di necessità.

Con la loro discrezione e profondità d’animo hanno condiviso ed arricchito la mia vita quotidiana. Custodisco preziosamente il ricordo della loro presenza affettuosa e provo profonda gratitudine per averli avuti al mio fianco.

                                                                                            Adriana Pasqual

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