CARO GESÙ BAMBINO

Caro Gesù Bambino,

mi è stato chiesto ancora una volta dai redattori del nostro notiziario parrocchiale di inserire un messaggio per il prossimo Natale. Cosa c’è di più semplice che formulare gli auguri di Buon Natale ai miei parrocchiani di S. Camillo? Eppure quest’anno sto facendo fatica a scrivere due righe non banali, e così ricorro a te, poiché tu certamente mi darai una mano. Del resto la cosa ti riguarda da vicino, non ti pare?

Ecco, se nella Notte Santa tu potessi fare il giro della parrocchia e suonare il campanello della Canonica, l’abitazione dei nostri sacerdoti, e dare il benvenuto al nuovo parroco P. Donato, che è venuto a vivere in questi giorni con P. Roberto che è qui da tanti anni… E potessi dire loro che diano testimonianza di vita sacerdotale, e anche come religiosi camilliani, condividendo la vita in comune, cercando di avere un dialogo sincero, rispettoso e fraterno e collaborando, secondo l’esperienza passata di entrambi, alla crescita cristiana della comunità parrocchiale che è stata affidato loro dai superiori religiosi e dal Vescovo.

E poi suonassi il campanello della Casa di Accoglienza S. Camillo, che è sopra il salone parrocchiale (la prima chiesa della parrocchia). E augurassi agli ospiti parenti di malati e malati in regime di day hospital, venuti da lontano, di trovare le cure necessarie insieme a tanta umanità. Questo per dar loro maggiore serenità, per superare i momenti difficili e, anche, a convivere con la sofferenza, sicuri di poter contare sulla solidarietà e sulla condivisione di altre persone, in particolare dei volontari. Volontari ai quali va la nostra gratitudine perché possano continuare il loro servizio, che già svolgono da tanti anni, con costante impegno, perché persone ricche di grande umanità e molto motivate.

Continuando il giro della parrocchia, ti chiedo di suonare a tutti i campanelli, parlare a tutti i citofoni, gridare dalle strade, sotto ogni finestra illuminata, semplicemente così:” Buon Natale, brava gente!”.

… Auguri formulati così, magari in un bar dove c’è gente che, tra panettoni e spumanti, beve, fuma e si stordisce… in una stazione ferroviaria, dove i senza fissa dimora, alla deriva, cercano un riparo dal freddo e dal gelo…

 

 

… Auguri fatti così, lungo alcune strade della nostra città, a tante povere prostitute, trattate perfino quella Santa Notte come merce, a tanti immigrati che sono nella nostra Italia ai quali noi cristiani ancora non siamo riusciti a dimostrare con i fatti di credere che Gesù è venuto anche per loro… Mi domando che effetto fanno gli auguri così? Dovrei puntare più in basso? Dovrei parlare un linguaggio più “soft”?

No, caro Gesù, non me la sento di fare sconti al tuo Vangelo. Per due sante ragioni:

* La prima è che proprio in tempo di crisi noi cristiani siamo chiamati ad annunciare speranze sempre più grandi di tutte le attese del mondo.

* La seconda è che ci saranno in giro germogli di speranza finché il nostro paese e la nostra parrocchia potranno avere una capanna di Betlemme e luoghi di accoglienza dove tanta gente può trovare conforto, finché noi cristiani non ci giriamo dall’altra parte al povero che bussa alla porta del nostro “albergo”.

Anche noi parrocchiani possiamo continuare a seminare speranza: certamente fiorirà e porterà frutto.

Perciò ti chiedo un regalo. Metti una spina in noi cristiani della parrocchia di San Camillo, facci capire che il modo più bello per prolungare la festa di Natale è quello di tenere viva la speranza, la fede in Dio, la misericordia e l’amore verso tutti e soprattutto verso i poveri, i piccoli, coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, i bisognosi, le persone sole e coloro che hanno paura di un futuro senza speranza.

Siamo un po’ tutti preoccupati e quest’anno sotto l’albero ci piacerebbe trovare l’annuncio che la guerra è finita, e magari un buono sconto sulle bollette.

Caro Gesù, ti chiediamo di portare pace dove si combatte e un po’ di serenità per le conseguenze della guerra… anche nelle nostre case.

P. Roberto

 

E che sia un buon Natale vero per ciascuno di noi, per le nostre famiglie e per le persone che amiamo

Il Signore è sceso in questo mondo disperato. All’anagrafe umana si è fatto registrare con un nome che è tutto un programma: “Emmanuele” che vuol dire “Dio con noi”. E da quando è venuto ad abitare in mezzo a noi, non se ne è più andato: ancora non si è stancato di starsene quaggiù tra noi. Forza amici cari, con Gesù che nasce, rinasce la speranza.

 

 

 

 

 

Natale 2021: un presepe semplice ma con un messaggio molto forte. Sopra, un prima pagina un particolare del presepe

 

 

torna all'indice - Vita Nostra dicembre 2022 - anno 17 numero 2