Associazione Amici di San
Camillo LETTERA A BEPI IORI NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA CASA DI ACCOGLIENZA "Bepi Iori" (2018-2023) |
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Quando i periodi di cura si trascinano per lungo tempo, è frequente che gli ospiti dei nostri alloggi si radichino nel territorio e diventino membri “aggiunti” della nostra comunità. È avvenuto in passato quando in una famiglia pugliese, a Padova per cure alla figlia, è nato un fratellino ed è stato battezzato nella nostra parrocchia, ed è il caso di un ospite, sempre proveniente dalla Puglia, di cui riportiamo volentieri la testimonianza. |
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Caro Bepi Iori, sono Filippo Cerfeda, docente di religione cattolica e storia nelle scuole statali. Mi trovo a Padova, accompagnato da mia moglie Grazia, per cure oncologiche presso lo IOV. Vengo da lontano, dal Salento, dalla diocesi di Otranto, retta negli anni 40-50 del Novecento dall’arcivescovo mons. Cornelio Sebastiano Cuccarollo originario di Casoni di Mussolente e già docente di teologia presso il seminario vescovile di Padova. Per mezzo di informazioni ricevute in ospedale Policlinico e presso l’Istituto Sant’Antonio Dottore, sono venuto a conoscenza di una casa di accoglienza gestita dall’associazione “Amici di San Camillo” che si è subito allertata per provvedere ad una nostra sistemazione e ospitalità per le terapie oncologiche. Così, in un tiepido pomeriggio di ottobre 2021 siamo entrati nella casa di accoglienza di via Pietro Ceoldo, in uno dei due appartamenti sistemati per accogliere i malati e i loro familiari accompagnatori. Ho letto il tuo nome sul cancello esterno del condominio; ho visto la tua foto collocata all’ingresso dei due locali. Pochi mesi dopo, leggendo il notiziario parrocchiale “Vita Nostra” (dicembre 2021), in un articolo sul sessantesimo della Parrocchia “San Camillo de Lellis”, a firma di Gabriella Gambarin, ho avuto modo di conoscere le vicende della casa di accoglienza, frutto di una tua precisa volontà di destinare post mortem il tuo appartamento per l’ospitalità dei malati. Un grande gesto di umanità e di solidarietà. Le due unità abitative sono state inaugurate il 27 gennaio 2018 con la presenza dell’assessora Francesca Benciolini e di tuo fratello Francesco. Da ulteriori testimonianze di due coinquilini e dalle numerose lettere che ancora vengono recapitate a tuo nome da parte di tante associazioni umanitarie di assistenza e beneficenza, ho scoperto la tua straordinaria personalità e la volontà testamentaria a vantaggio degli ammalati e bisognosi.
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Nel tempo trascorso di ormai due anni ho conosciuto altri malati, ospiti nella seconda unità, vicini di casa, provenienti dalla Sicilia e dalla terra campana (Napoli, Ischia). Famiglie che cercano a Padova soluzioni alle loro malattie, cure efficaci nei Centri di eccellenza come lo IOV, struttura di avanguardia a livello regionale e nazionale. Gli efficientissimi operatori dell’associazione “Amici di San Camillo” (Daniela e Fiorenzo, Chiara ed altri) contribuiscono con il loro servizio volontario e disinteressato a proseguire e concretizzare lo scopo originario della tua donazione, destinata a coloro che versano in gravi situazioni di salute. Ci accomuna qualcosa? Beh, sicuramente il nostro vissuto scolastico: quasi una vita nella scuola; poi i nostri mali, le continue sofferenze. Come cultore e docente di latino quale sei stato per tutta la tua carriera scolastica, posso dire con le parole di Ovidio: “tot mala sum passus, quot in aethere sidera lucent”. Sì, i nostri mali e le nostre sofferenze sono stati tanti e pari alle stelle del cielo. Ma ora tu sei nella schiera dei beati, sei una di quelle stelle che brilla nel cielo ed io un ammalato che riceve un raggio della tua luce. Guardaci da lassù, caro Bepi. Noi ti terremo sempre nel cuore. In conclusione, voglio ringraziarti, caro Bepi Iori, esprimere un grazie che sorge dal cuore per aver trovato accoglienza, ospitalità, conforto e tanta solidarietà nella “casa di San Camillo” e nella vicina comunità parrocchiale. Mi hai permesso di curarmi nella città del Santo più amato nel mondo e ciò grazie alla tua opera di carità e generosità. Sono certo che la tua anima gode già la pace dei giusti. Il tuo gesto sia per noi motivo di esempio, di condivisione e di fraternità. Io e i miei familiari saremo per sempre grati e riconoscenti. Filippo Giacomo Cerfeda |
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Bepi Iori è stato anche il direttore di “Vita Nostra” dal numero zero del 2006 al 2016 |
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