IL SORRISO DI SUOR ANNA BRUNETTA

Chi di noi ha conosciuto Sr. Anna Brunetta, la ricorda così: sorridente, in piedi, accanto alla statua di don Bosco, nell’atto di accogliere le sue allieve, al mattino, prima di cominciare le lezioni. Il suo sorriso era rassicurante, ti invitava ad entrare, ti incoraggiava sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Il primo giorno di scuola, Sr. Anna ha disegnato, sulla lavagna della nostra classe prima – ma ritengo che lo facesse con tutte le sue nuove alunne – il  profilo di una montagna e ci ha parlato di un viaggio da fare insieme: un cammino a tratti difficile che ci avrebbe portate sulla cima. Lei desiderava aiutare tutte noi a raggiungere la vetta, la conclusione del ciclo scolastico, senza che nessuno si smarrisse lungo la strada. E ha mantenuto la sua promessa.

Non è stata semplicemente la nostra insegnante di italiano, storia e geografia, è stata un’educatrice da tutti i punti di vista, con il suo esempio prima che con le parole. Presenza forte e serena, donna piena di vita e di allegria, sapeva essere autorevole e dotata di grande fermezza, quando serviva. Aveva un carisma speciale: sapeva “stare” con i ragazzi, in tutte le circostanze: nei momenti di studio e di fatica, come in quelli di festa e di gioco. È stata amica sincera per tutte le allieve e gli allievi che l’hanno avuta come insegnante, un punto di riferimento per le famiglie dei ragazzi e per i suoi colleghi docenti. Ha lasciato il segno anche nel mio essere insegnante, mostrandomi come dovesse realmente concretizzarsi questa professione. Dal mio punto di vista i suoi “segreti”, a scuola, erano l’umiltà e il sorriso. L’umiltà di continuare a cercare e conoscere, di vivere nuove esperienze; l’umiltà di chi non ha paura di aprire il suo cuore agli altri, ragazzi, giovani o adulti che fossero. Il suo sguardo e il suo sorriso erano di quelli che non si scordano: aperti e sinceri, ti entravano dentro e ci restavano, ti “catturavano”.

Seguiva con affetto le persone anche dopo la loro uscita dalla scuola, durante il loro percorso di vita. Il giorno della festa di San Giovanni Bosco era sempre attorniata da una folla festosa di ex allievi, giovani e meno giovani, con le loro famiglie: coniugi, figli e nipoti. Non riesco ancora a spiegarmi come facesse a ricordarsi di tutti, visto i lunghi anni dedicati all’insegnamento.

Suor Anna Brunetta

Padova, 16 aprile 1938  -  Padova, 27 febbraio 2004

     

 

 Nella nostra parrocchia la sua presenza è stata assidua e disponibile; si sentiva pienamente parte anche della nostra comunità, così come della comunità religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice dove ha passato tanti anni della sua esistenza. Quando ci parlava della sua vocazione, lo faceva con gioia e con amore, ma senza tacere le difficoltà; si capiva che tutto ciò che faceva, lo faceva con amore, per amore e per fedeltà. Trasmetteva a noi ragazzi l’idea che, qualsiasi cosa avessimo voluto fare della nostra vita, se l’avessimo fatto con amore e con impegno, avrebbe avuto più significato.

La sua energia e il suo entusiasmo l’hanno portata ad impegnarsi in numerose attività interne ed esterne alla scuola. È stata la prima a portare il cinema nelle aule del “Don Bosco” e non solo: la visione e la discussione sulle pellicole cinematografiche erano attività didattica e passione da trasmettere a tutti coloro che desideravano partecipare al suo “cineforum”. Si impegnava per cercare i film più adatti, stimolare il dibattito, ascoltare le opinioni diverse, sempre con l’obiettivo di far crescere in tutti il senso critico, il desiderio di conoscere e riflettere sui valori importanti della vita.

Questa passione ha raccolto tanti collaboratori intorno a Sr. Anna, in particolare giovani che oggi continuano a portare avanti questa attività. Ogni anno, per ricordarla, dopo la messa, siamo invitati ad assistere alla proiezione di un film; sono state scelte pellicole premiate al festival del cinema di Giffoni, un evento che Sr. Anna apprezzava tanto e dove accompagnava le sue classi.

L’ultimo incontro che abbiamo avuto è stato, casualmente, proprio nella sala cinema e teatro della scuola, il 31 gennaio, giorno della festa di San Giovanni Bosco. Si stava celebrando la messa e io sono riuscita ad incontrare il suo sguardo. Mi ha sorriso. Nonostante stesse vivendo l’esperienza del dolore e della malattia, ha voluto mandare a chi le stava accanto un messaggio d’amore e di speranza.

Pochi giorni dopo ci ha lasciato, precedendoci sulla cima del monte e raggiungendo il termine del cammino: l’incontro con il Signore della vita.

Paola Baldin

 

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