RICORDARE PER IL FUTURO |
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Sono tanti i motivi per celebrare da cristiani l’anniversario di una comunità, nel nostro caso il 50° della nostra Parrocchia di San Camillo. Celebrare lo Spirito: prima di tutto per celebrare non certo noi stessi ma l'Altro per eccellenza, l'altro da noi, Colui che ci fa vivere, ricordare, celebrare. Lodare il Signore: per lodare il Signore perché "grandi cose ha fatto" in noi " l'Onnipotente e santo è il suo nome" (Lc. 1,49). Quanto a noi e alle nostre opere, S. Agostino ci ammonisce e ci insegna: “Chiunque dinanzi a Te voglia vantarsi di meriti propri, che cos’altro può enumerare se non i Tuoi doni?” (S. Agostino - Le Confessioni, IX,13). Infine continua: “Il bene è opera Tua e dono Tuo, le colpe sono mie e sono sotto il tuo giudizio” (S. Agostino - Le Confessioni, X,4). La Comunione dei Santi: ricordare gli anni trascorsi significa vivere con maggiore intensità la Comunione dei Santi pensando anche a quelli che ci hanno preceduto e che hanno fatto la storia della Parrocchia. Fare memoria: una memoria già presente parzialmente in ciascuno di noi ma insufficiente a far memoria della Parrocchia, una memoria che va costruita insieme e sempre scandagliata senza stancarsi, perché problematico e laborioso è accorgersi veramente della storia vissuta o che stiamo vivendo insieme, e misteriosa è la storia della salvezza. A tale riguardo, l'episodio evangelico di Emmaus è molto significativo: può capitare anche a noi di vivere una vicenda (addirittura di camminare accanto a Gesù) senza coglierne la piena comprensione, e di stentare a riconoscere il protagonista, a capire in pieno la verità della vicenda (Lc. 24,13). Attivare cantieri di memoria: per dare memoria occorre dunque impegnarsi, anche come comunità; occorre attivare energie di ricerca, attivare cantieri di memoria, come hanno fatto tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questa pubblicazione, raccogliendo cronaca e riflessioni. Una storia, quella della comunità, sempre in divenire e sempre aggiornabile. Una storia che nasce da un vissuto autentico, da un esame di coscienza comunitario. Una storia che rappresenti una celebrazione del Signore e delle ispirazioni dello Spirito, una storia di persone impegnate nella comunità liberamente e umilmente, gratuitamente come gratuiti sono i doni della grazia e della Chiesa. Una storia, infine, che è una celebrazione del presente e una grande speranza del futuro e che, da atto anche penitenziale e comunitario, getti solide basi per il futuro pastorale della Parrocchia. Cinquant’anni, periodo in fondo breve, se paragonato ad altre comunità o istituti ben più antichi, ma che sono comunque tanti da ricordare nel senso sopra illustrato. Per farlo bisogna aprire, ad esempio, e tenere aperto un cantiere sulle principali figure di apostolato che hanno lavorato in Parrocchia, sui loro incarichi, sulle attività e sui luoghi e ambiti che le hanno coinvolte, sui parroci, sui vicari-cooperatori (cappellani) e sugli altri sacerdoti collaboratori che si sono succeduti, sui sacerdoti e altri giovani la cui vocazione è nata nella comunità parrocchiale, come soprattutto sui tanti laici che hanno avuto un grande rilievo ecclesiale. Bisogna aprire e tenere aperto un cantiere anche a proposito delle varie attività e servizi che fanno riferimento a tanti gruppi operativi, alle associazioni, al Consiglio Pastorale Parrocchiale, le assemblee, gli incontri, le questioni affrontate, le decisioni prese, le tante iniziative e soprattutto la comunione realizzata. La “materia prima” da cui partire e su cui lavorare è copiosa: prima di tutto la cronistoria della Parrocchia curata dai parroci con tanta precisione e solerzia, i bollettini, le quattro pubblicazioni “speciali” per anniversari (25° della Parrocchia - 1985, la Dedicazione della Chiesa - 1992, la Casa di Accoglienza S. Camillo dopo tre e dieci anni dalla sua inaugurazione), il notiziario “Vita Nostra” redatto ormai da cinque anni, ricco di contenuti per la presenza di alcuni parrocchiani competenti e volonterosi, e anche i verbali del Consiglio Pastorale o dei gruppi, le documentazioni e le fotografie dei tanti eventi che hanno contribuito a costruire un’immagine di comunità, o varie e diverse immagini della stessa che diviene nel tempo ed è cambiata dall’inizio ad oggi. Bisogna constatare che negli ultimi 25 anni sono cresciute l‘attenzione e la cura per il mondo della salute e la nostra comunità parrocchiale ha assimilato bene lo specifico carisma dei religiosi camilliani. |
Questo impegno si è rafforzato ed è diventato il nostro tratto distintivo, la nostra connotazione proprio come veniva auspicato come scelta concreta prioritaria per il futuro in occasione del 25° della Parrocchia. E così è nata e si sviluppata l’Associazione Amici di San Camillo, con molti volontari, che opera in collaborazione con la comunità camilliana dedicata interamente all’assistenza religiosa nel nostro grande complesso ospedaliero, ma è anche presente nel territorio. E poi la Casa di Accoglienza S. Camillo che ha offerto in questi 12 anni alloggio a quasi 10.000 persone: sono familiari dei malati ricoverati presso le strutture ospedaliere di Padova, ma anche pazienti sottoposti a terapie mediche in regime ambulatoriale o di day-hospital purché autosufficienti, ma che non possono affrontare per disagiate condizioni economiche o per lunga durata dell’ospedalizzazione del congiunto tutta la spesa di un alloggio in strutture alberghiere tradizionali (pensioni, hotels). La gestione della Casa ha visto la presenza costante e generosa di oltre quaranta volontari, tutti ricchi di grande umanità e molto motivati. Non possiamo dimenticare poi il continuo sostegno, soprattutto economico, all’attività caritativo-missionaria, attraverso le adozioni a distanza, le campagne nutrizionali, il gemellaggio con case di accoglienza in Messico e Perù simili alla nostra, e tante altre iniziative caritative e di solidarietà. Riguardo ai cambiamenti intervenuti in questi anni, bisogna dire che negli anni settanta, per esempio, c’erano molti bambini e ragazzi. Immaginiamo settanta bambini alla Messa di Prima Comunione o alle Cresime ogni anno, gruppi di cinquanta adolescenti e altrettanti giovani che si incontravano ogni settimana. Alcuni di questi giovani, ora diventati adulti, formano il Consiglio Pastorale o sono animatori dei vari gruppi e delle diverse attuali attività. Ora l’età dei Parrocchiani si è alzata (un terzo ha superato i 65 anni); tanti di loro continuano ad essere una risorsa preziosa, donando gratuitamente del loro tempo alla nostra comunità. La loro testimonianza è per noi motivo di orgoglio, sono queste persone da interpellare, da intervistare su ciò che hanno fatto e visto, su ciò che ricordano della Parrocchia dove sono cresciuti, dove hanno pregato e operato. E “quante di queste cose sono nella memoria… Se però trascuro di evocarle di tanto in tanto, esse vengono di nuovo sommerse e piombano nei loro più segreti recessi…” (S. Agostino - Le Confessioni, X,10). Questa significativa occasione del 50° della Parrocchia servirà proprio a questo. Servirà, questa è la nostra speranza, a risvegliare la memoria e le energie del presente per rispondere con rinnovato vigore, assieme alle altre parrocchie del nostro vicariato e della città, alla domanda di Vangelo così come si presenta in questo territorio e in questo tempo dove, come dice il Concilio Vaticano II, “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze e le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità infatti è composta di uomini, i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la storia.” (G.S.1) Anniversario, dunque, per ricordare e per capire, ma soprattutto per riprendere a progettare, per ricominciare, rinnovandolo, il cammino parrocchiale. Ciò che siamo noi oggi, quello che è la nostra comunità dopo 50 anni di storia è un grande dono, un dono di cui dobbiamo essere riconoscenti. E la riconoscenza si traduce in impegno per crescere nello spirito di appartenenza, nell’accoglienza e nell’apertura non solo ai nuovi arrivati in questi anni nella nostra comunità, ma anche alle comunità parrocchiali sorelle, in un’ottica di scambio, di dono reciproco, vincendo con la collaborazione ogni forma di autoreferenzialità, di chiusura e di campanilismo. Che Gesù Risorto, la Madonna della Salute, S. Camillo continuino a benedire e a ricompensare tutti coloro che hanno contribuito a edificare, sostenere e far crescere questa nostra Parrocchia, sia quelli che hanno già raggiunto la Casa del Padre, sia quelli, come noi, che sono in cammino verso la stessa meta. il parroco Padre Roberto Nava |
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